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19 Dicembre 2018

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Comunicato stampa

 IL SINDACATO A POMIGLIANO:

“UN NATALE DI RAVVEDIMENTO OPERAIO NEL FEUDO ELETTORALE DELLA CONSORTERIA POPULISTA TRA IL SACRO ED IL PROFANO”!

 Il messaggio, in diffusione stamane dai lavoratori dello Slai cobas nelle fabbriche della cittadella operaia vesuviana, nonché in quelle delle zone industriali di Nola e Caivano, rappresenta una “doverosa presa di posizione” in relazione ai vecchi e nuovi populismi sindacali e politici, comprendendo inoltre una efficace “sintesi d’immagine” disegnata dagli operai vignettisti del sindacato di base.

 Slai cobas - coordinamento provinciale di Napoli - Pomigliano d’Arco, 19 dicembre 2018

 

‘E sorde ce’ stanno… ma nunn’è vonno piglià…!!

  • Ammonta ad oltre 100 miliardi di euro all’anno l’evasione fiscale e contributiva dell’economia sommersa con 3.263.000 lavoratori al nero (fonte confcooperative)
  • Ammontano a ben oltre 200 miliardi di euro i contributi pubblici “regalati a perdere” alla Fiat, oggi FCA (fonte federcontribuenti)
  • Ammonta a 4-5 miliardi di euro l’Ici non pagata dalla Chiesa (gli stessi giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno intimato all’Italia di “recuperare il mancato gettito fiscale”)

 Ma qualcuno poteva mai davvero pensare che, il “governo del figlio di papà”, allevato al latte  e miele del lavoro nero e dell’abusivismo aziendale, abitativo e familiare, e della “nullafacenza”, nonché “pupillo” di qualche parrocchia-associata del “feudo elettorale pomiglianese”, potesse rappresentare… un “cambiamento” dalla parte dei lavoratori?!

 Pacco, doppio pacco e… contropaccotto…

 Vero è che questo “governo gialloverde” (del sedicente cambiamento) ricorda da vicino la vecchia filosofia gattopardesca del “cambiare tutto per non cambiare niente”( se non in peggio)!

 Altro che “impediti al cambiamento”… dall’Unione Europea e dal Debito Pubblico italiano (tra i più alti d’Europa) ammontante ad oltre 2.300 miliardi di euro! 
 Il fatto è che ”questi”, proprio come tutti gli altri, il debito pubblico (con le annesse clientele economiche, politiche, sociali ed elettorali) proprio non vogliono abbatterlo: né con il recupero del maltolto dell’evasione fiscale, contributiva ed ecclesiale, né col rientro e/o controllo dei finanziamenti pubblici a perdere alle imprese private, né con la stroncatura dell’economia sommersa, tantomeno con la contrattualizzazione dei 3.263.000 lavoratori  costretti al nero.
 Ed è ancor più vero che “non vogliono abbatterlo” perché, per poter continuare a “regnare”, “questi” (ancor più che a tutti gli altri) hanno la necessità di “mettere all’angolo” la classe operaia per trasformarla in “classe senza coscienza e senza futuro” - prigioniera del populismo e della disperazione sociale - al dichiarato scopo di presentargli il voto come unica e possibile ribellione consentita e lucrarne i consensi con false promesse (e per di più a ‘rate’) ad ogni tornata elettorale a partire dalle prossime europee.
 In poche parole, i lavoratori non possono aspettarsi niente di buono (se non il peggioramento della loro condizione) dal tentativo governativo in atto di sostituire il “conflitto sociale tra capitale e lavoro” con quello intercorrente tra  “elemosinieri ed elemosinati” con i lavoratori prostrati e col “cappello in mano”!

PER UN NATALE DI… “RAVVEDIMENTO OPERAIO”

per quei lavoratori di qualche sindacato firma-tutto e quant’altri che, credendosi di “sinistra” o addirittura “comunisti”, alle scorse politiche hanno tifato e votato per la destra populista e razzista in Italia.

 Slai cobas - coordinamento provinciale di Napoli - Pomigliano d’Arco, 19 dicembre 2018