Epifani: "No all'antagonismo, vietato scioperare coi Cobas"

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RAFFAELLO MASCI
ROMA
La Cgil non è «un sindacato antagonista» e chi vi è iscritto «non può scioperare insieme ai Cobas». Conclusa l’operazione pulizia, rispetto agli infiltrati delle nuove Br, Guglielmo Epifani, parlando a Mestre, ha voluto fare chiarezza anche su metodi e criteri dell’azione del maggior sindacato italiano.

Non solo ha ribadito ciò che aveva già detto - e cioè che la Cgil ha sospeso iscritti sui quali si siano addensati gravi sospetti di collusioni con gruppi terroristici, ha espulso quelli per i quali siano state acclarate responsabilità più gravi, si è costituita parte civile per chiarire senza ombre di dubbio da che parte stesse - ma è andato oltre, stabilendo il divieto di ogni rappresentante del sindacato di sfilare con chi fa dell’antagonismo la propria bandiera.

«Noi siamo gelosi della nostra autonomia - ha detto - il nostro obiettivo sono gli accordi, non l’antagonismo fine a se stesso». Da questo criterio procedono delle conseguenze comportamentali, per cui «ci sono diritti e doveri da cui non si può fuggire - ha detto il leader sindacale - e un delegato non può essere iscritto alla Cgil e fare sciopero con i Cobas». Il riferimento è all’episodio del 4 novembre scorso, che ha generato una dura polemica all’interno del sindacato: si era tenuta una manifestazione contro la precarietà, a Roma, alla quale - in un primo tempo - alcune federazioni della Cgil avevano aderito insieme ai Cobas. Alla conferenza di presentazione, infatti, insieme alla Fiom (i metalmeccanici) c’era anche la Flc (i lavoratori della scuola e dell’Università) e la Fp (i dipendenti pubblici). Poi però, tre giorni prima della manifestazione, alcuni esponenti dei Cobas avevano pubblicamente insultato la Cgil, e sia Enrico Panini (segretario della Flc) che Carlo Podda (della Funzione pubblica) avevano disdetto la partecipazione. La Fiom invece aveva deciso di andare in piazza lo stesso e con esponenti di primo piano.

Nel direttivo della settimana successiva Epifani aveva stigmatizzato l’episodio con un intervento di fuoco. Poiché alla Fiom erano legati anche alcuni dei presunti brigatisti arrestati il 12 febbraio scorso, con l’intervento di ieri Epifani ha voluto chiudere un contenzioso aperto da mesi. «Già a novembre - ha ricordato - dicevamo di prestare attenzione al linguaggio: è stato usato il termine “traditori di qualcosa”. Questa è una logica antagonista. Dobbiamo imparare a discernere, vale per un padrone, un movimento politico e un centro sociale: non tutto è uguale».

Quanto all’inchiesta milanese sulle nuove Br, ha detto Epifani, «mi pare che stia emergendo una rete non vastissima, come dicono gli stessi inquirenti. Bisogna far lavorare la Magistratura ed io ho molta fiducia nel suo lavoro e spero che possa fare chiarezza fino in fondo». In questo senso la «La costituzione di parte civile certamente è una delle scelte che facciamo per marcare nei processi la nostra vicinanza alle vittime e la nostra lontananza dai terroristi. Non accetteremo - ha detto ancora il segretario generale - che si indeboliscano la Cgil e le sue strutture».