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POMIGLIANO: MANIFESTAZIONE FIAT E CONTRO COMIZIO DELLO SLAI COBAS
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01 Marzo 2009

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GLI OPERAI DEL REPARTO CONFINO FIAT DI NOLA CONTESTANO RINALDINI E PRENDONO LA PAROLA ACCUSANDO I RESPONSABILI SINDACALI ED ISTITUZIONALI PRESENTI DI COMPLICITA’  NELLO SMANTELLAMENTO DELL’ALFA ROMEO E DEL GRUPPO FIAT
Una lunga contestazione ha accompagnato stamattina gli interventi degli oratori intervenuti nel comizio conclusivo della manifestazione dei lavoratori della Fiat e del collegato indotto nonché delle fabbriche del comprensorio che hanno scioperato per quattro ore.
 
Il lungo corteo, partito dall’area industriale, ha attraversato le vie della cittadella operaia raggiungendo poi piazza Primavera dove erano ad attendere sindacalisti confederali, politici, sindaco e prelati che, con l’arroganza che consuetamente li contraddistingue, pretendevano di negare la parola agli operai. La contestazione ha raggiunto toni forti quando gli organizzatori si apprestavano a smontare l’impianto di amplificazione, ed è stato allora che, i lavoratori deportati all’impianto-confino di Nola si sono appropriati del palco tra gli applausi delle migliaia di lavoratori presenti (indipendentemente dalla loro iscrizione ai vari sindacati compresi quelli confederali) e che si rifiutavano di sciogliere la manifestazione per ascoltare finalmente i lavoratori ed i rappresentanti dello Slai Cobas.
 
Nell’intervento di Luigi Aprea, delegato RSU della componente Slai cobas della Fiat Pomigliano la “serrata critica sulla deportazione al reparto confino di Nola di 320 lavoratori ammalati o sindacalizzati tra cui 120 iscritti allo Slai Cobas la cui difesa per il rientro a Pomigliano è sostenuta solo dallo Slai Cobas perché i confederali tutti all’epoca firmano l’accordo”.
 
E’ toccato poi a Vittorio Granillo, plurilicenziato dalla Fiat Pomigliano sintetizzare la paradossale giornata di lotta di stamattina in cui quegli stessi sindacati che (dall’Alitalia a Pomigliano) continuano a sottoscrivere accordi di licenziamenti e precarietà per i lavortatori poi pretenderebbero pure di negargli la parola: “ LA DEMOCRAZIA E’ UNA QUESTIONE POLITICA, NON LA SI RIVENDICA MA LA SI ESERCITA ED OGGI MIGLIAIA DI LAVORATORI DELLE FABBRICHE SI SONO RIPRESI LA PAROLA: BISOGNA CONTINUARE COSI’ ”.
 
Dopo l’intervento di un lavoratore dell’Alitech di Capodichino molto critico nei confronti dei confederali, ha preso la parola Mara Malavenda (già deputata Cobas della Fiat Pomigliano): “nel 71 fui assunta all’Alfasud di Pomigliano poi regalata da Prodi alla Fiat e da sempre questi politici e sindacalisti continuano a firmare accordi di lacrime e sangue per i lavoratori: oggi i lavoratori delle fabbriche di Pomigliano hanno saputo dare a tutti una grande lezione di democrazia!
 
Il comizio si è concluso con scroscianti applausi dei lavoratori a Marcello, del gruppo operaio dei “ZEZI” che, con una nota, ‘colorita’ ma fortemente politica, denunciava le drammatiche condizioni di vita dei lavoratori oppressi dallo sfruttamento padronale3 e dalla concertazione sindacale.
 
SLAI Cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate - Pomigliano d’Arco, 27/2/2009