Non erano certo invenzioni dei Cobas lo svariato numero di zone da aumentare nei 2 uffici di recapito pratesi, necessarie ad ovviare all’aumento demografico, urbanistico, e industriale, della nostra città.
La dirigenza di Poste Italiane, dati alla mano, aveva detto 7, da aumentare nell’arco di 2/3 anni.
Nel corso di un’assemblea atta a convincere i lavoratori a scioperare, un sindacalista, dando i numeri, aveva addirittura detto 9. In un'altra, svoltasi successivamente nei saloni della CGIL, tanto per cercare di smentire il rappresentante Cobas intervenuto contro il nuovo accordo e per denunciare i futuri tagli di zone a cui questo avrebbe portato, qualcun altro disse che a Prato sarebbero state date dalle 3 alle 5 zone.
La verità è invece che ancora una volta i portalettere di Prato sono stati presi per i fondelli. Le zone non solo non aumenteranno ma ne sono state tagliate 2 entrambe nell’ufficio di Prato Martini. (da
Ma la beffa e probabilmente i danni per i portalettere non finiscono, qui perché verranno tagliati anche i punti d’appoggio. (1 per zona e rizzati).
Purtroppo anche senza essere cattivi profeti non è difficile prevedere che questo taglio, con il conseguente aumento del carico dei motomezzi, porterà ad un ulteriore aumento di incidenti e di cadute tra i portalettere. Ve lo immaginate voi un solo appoggio per tutta la gita e in più un pezzo di areola del collega assente? Alla faccia della maggiore sicurezza sul lavoro.
Il tutto viene giustificato dai nuovi casellari, (che qui a Prato ci sono ormai da anni ma ciò non toglie che ci siano decine di zone infattibili nelle 6 ore di lavoro) dai nuovi motomezzi, e dal fatto che alcune grosse consegne saranno tolte dalle gite dei postini per essere date ai viaggettisti (recapito dedicato).
Questo è il frutto delle svendite sindacali, che hanno concesso con l’ultimo accordo sul recapito, oltre alla totale deregulation sulle areole, il taglio di 2550 zone di recapito.
Ma la presa per i fondelli continua quando ci vengono a dire che siamo tra i pochi uffici, se non l’unico, che non ha subito tagli, ma anzi, sotto sotto vogliono far credere che grazie alle consegne fatte con i recapiti dedicati, sono state date, anche se non direttamente, delle zone in più.
La verità è che per Poste Italiane, come per CGILCISLUILUGL, e i continui accordi peggiorativi firmati lo stanno a dimostrare, i bilanci aziendali contano più delle condizioni di lavoro e della sicurezza dei lavoratori (dei postini in particolare).
Basti guardare a come si è arrivati a questo ulteriore taglio, quali criteri sono stati adottati? Il carico della posta? non è certo diminuito .I viari? Ammesso che sia un criterio valido, sono anni che non vengono dati ai portalettere per i previsti aggiornamenti.
Si sa benissimo che a Prato come nella provincia è un continuo costruire: la dove c’erano campi ci sono nuove fabbriche, appartamenti o uffici, e al posto di vecchie fabbriche centri direzionali, negozi e casamenti a non finire.
Ma questo per azienda e sindacati sembra non contare. L’importante era tagliare.
Fino a quando i portalettere continueranno ad accettare in silenzio tutto questo?
SLAI COBAS POSTE PRATO