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TFR Quando il fondo fa "crac"

TFR  Quando il fondo fa "crac"
 Jacopo Matano,  30 maggio 2007

Ad un mese dal 30 giugno, data entro la quale milioni di lavoratori dipendenti dovranno scegliere dove far maturare il trattamento di fine rapporto, destano preoccupazione i fallimenti di importanti fondi pensione. Ma la stampa non ne parla

"Scegliere oggi pensando al domani". I manifesti due metri per due campeggiano sui muri di tutte le città italiane e invitano i cittadini a riflettere sulla destinazione della propria liquidazione. Maialini salvadanaio, matite colorate, piantine verdi: è la campagna informativa promossa dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale in collaborazione con l'Inps. Eppure qualcosa, nel meccanismo della riforma del Tfr entrata in vigore il primo gennaio scorso, si è incrinato. A livello onomatopeico, la grande crepa che si è aperta nel sistema dei fondi pensione ha il suono di un "crac". Un crac finanziario.  
I fallimenti - La scelta sulla destinazione della propria liquidazione, la selezione del miglior fondo dove far maturare il proprio Tfr è diventata molto ardua, se è vero che negli ultimi mesi emergono dati allarmanti sui primi fallimenti dei fondi pensione privati. E sul fatto che la grande stampa non sembra dare rilevanza alla questione. In principio, come riporta il Sole 24 Ore, fu il Teatro Carlo Felice di Genova. Divenuto nel 1996 Fondazione di diritto privato, nel proprio Fondo di previdenza integrativa vedeva orbitare i risparmi di oltre 300 tra lavoratori attivi e pensionati. Nel maggio del 2004 il Fondo è andato in liquidazione, con un deficit di quasi 9 milioni di euro e tanti saluti. Il commissario liquidatore ha avviato una causa contro il Teatro, ed ha scoperto che l'insolvenza degli amministratori derivava dalla mancata corresponsione degli interessi di mercato su vent'anni di patrimonio del fondo (dal 1971 al 1991), quantificabili in 6 milioni di euro, e di parziali ed omessi versamenti del capitale di dotazione e relativi interessi, per un danno di 2 milioni di euro. Il Teatro non aveva predisposto un conto distinto dove versare i contributi dei lavoratori, né versato i propri, e si è tenuto i soldi che si accumulavano finanziandosi con questo patrimonio. Il passivo, al 2005, era schizzato a oltre 10 milioni di euro: si è salvato solo chi aveva riscattato il proprio capitale prima del 2002.

Una goccia in un mare? - Per una panoramica temporale più ampia, basterebbe citare il caso della Sicilcassa, che affondò alla fine degli anni '90 con 1.650 miliardi delle allora lire dei pensionati siciliani, ma naturalmente in questa sede rendiamo conto dei crac recenti, del dopo-tfr. Dal "piccolo" teatro di Genova si passa al più imponente dissesto del Fondo Pensione Cariplo. Un ammanco di bilancio per oltre 40 milioni di euro nella cassa Ibi, il fondo pensione degli ex dipendenti dell'Istituto Bancario Italiano, incorporato in Cariplo nel 1991, ed ora nel gruppo Intesa San Paolo. L'ammanco sarebbe superiore alla metà dell'intero patrimonio del fondo, a cui è iscritto oggi circa un migliaio di dipendenti del gruppo. Lo SLAI-Cobas denuncia un conflitto di interessi più che visibile: il dirigente responsabile dei fondi pensione di Intesa Cariplo, sino a poco tempo fa, era Alberto Brambillla, poi sottosegretario al ministero del lavoro con Maroni. Brambilla sarebbe tuttora nel "nucleo di valutazione della spesa previdenziale", l'organismo ministeriale che ha proposto di "diminuire del 10% l'importo delle pensioni Inps, perché sta aumentando l'aspettativa di vita", e fino a 6 mesi fa ne è stato presidente. Ma il conflitto di interessi non si ferma qui. Sempre i Cobas riportano: il ministro del lavoro Cesare Damiano, prima di assumere la poltrona, ha curato nel 2000 la costruzione del fondo pensione Cometa e ne ha assunto la presidenza. E consulente del ministro Damiano al ministero è Giovanni Pollastrini, esperto di previdenza integrativa e attualmente presidente del fondo FonTe (per i lavoratori del commercio), nonchè consigliere del fondo Priamo (per i trasporti pubblici) e commissario straordinario dell'Enasarco (fondo per gli agenti e rappresentanti del commercio). Il tutto mentre il "vigile" dei fondi pensione, Luigi Scimmia, presidente della Commissione di Vigilanza sui fondi pensione (COVIP), era presidente del fondo pensione BNL, che è ora in stato pre-fallimentare. Su questo, i Cobas hanno portato un esposto sul tavolo della magistratura di Milano.

Altrove - Usa, Gran Bretagna, Svizzera: la sorte dei fondi pensione del Teatro Felice e di Cariplo comincia ad accomunare l'Italia al resto del mondo. Negli Stati Uniti i fondi aziendali hanno registrato negli anni scorsi deficit pari a oltre 110 miliardi di dollari. Le stime riportano la firma della Pension Benefit Guarantee Corp, il COVIP americano. Numeri che negli anni si suppongono cresciuti, se si considera che i risparmi dei fondi pensione navigano in più di un terzo delle azioni di Wall Street. Nel paese della groviera, invece, il crac swissair ha bruciato 4, 3 milardi di franchi di risparmi. I fondi pensione e i risparmiatori che hanno sottoscritto o acquistato sul mercato le obbligazioni Swissair sono "smarriti, delusi e arrabbiati", come riportava il Corriere del Canton Ticino all'epoca del dissesto finanziario. Nel 2006 in Gran Bretagna i fondi di "private equity" hanno consentito l'acquisto di 1.535 società inglesi per 34 miliardi di sterline, portando il totale dei dipendenti delle società controllate a 2 milioni e 800mila, pari al 19% della forza lavoro delle aziende a capitale privato" di tutta la nazione. I fondi di private equity sono enormi fondi, spesso teatro di speculazione, in cui vengono inseriti, per oltre il 35% del capitale, i fondi pensione.

Manca un mese esatto al 30 giugno 2007, data entro la quale i lavoratori dipendenti dovranno presentare al proprio datore i moduli compilati con la scelta della destinazione del tfr: "scegliere oggi pensando al domani". Ma molti cittadini dovranno valutare se i propri risparmi ci saranno ancora, un domani.