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Venerdì di sciopero

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Lavoro      Alta l'adesione alla mobilitazione di statali, scuola e trasporti indetta dai sindacati di base. 400.000 persone nelle piazze e, secondo gli organizzatori, che parlano di "Risultati oltre ogni aspettativa", hanno incrociato le braccia due milioni di lavoratori. "Un governo di centrosinistra non può non tenerne conto"
Lo sciopero generale indetto dai sindacati di base è riuscito, andando oltre le previsioni degli stessi organizzatori. Cobas, Rdb, Cub Unicobas, Sdl Intercategoriale, Cub Unicobas, Slai Cobas, Al Cobas, Usi-Ait sono scesi in piazza per dire no al protocollo sul welfare del 23 luglio, alla Finanziaria e alla precarietà.

Si sono fermati i lavoratori della scuola, dei trasporti, della sanità e della Pubblica Amministrazione. In tutto le manifestazioni sono state 32 per un totale di 400.000 persone. Particolarmente affollati i cortei di Roma e Milano, in cui a scendere in piazza sono stati 50 mila.
Le principali città sono state bloccate dall'adesione massiccia, con punte del 70 e medie del 50%, dallo sciopero dei lavoratori dei trasporti urbani. Hanno incrociato le braccia anche quelli del trasporto ferroviario e del trasporto aereo, provocando la cancellazione di 96 voli Alitalia, di cui 74 a Fiumicino. Anche nelle scuole sono state molte le assenze (a Roma sono rimasti chiusi il 30% degli istituti), e gli studenti sono scesi in piazza in alcune città. Nella capitale c'è stato un corteo non autorizzato degli studenti de La Sapienza, che si sono poi uniti ai Cobas, al grido di "Tempo scaduto: i bamboccioni si ribellano". Gli studenti universitari chiedono più borse di studio e meno numeri chiusi, urlano contro la dequalificazione delle università, la precarietà, i tagli della Finanziaria e la mancanza di politiche sociali.
Una partecipazione massiccia da parte di precari e centri sociali, ma anche all'interno delle fabbriche. L'apice è stato raggiunto alla Fiat di Pomigliano d'Arco, dove l'adesione è arrivata al 90%.

Pierpaolo Leonardi, coordinatore della Cub, spiega che i sindacati di base vogliono "una politica di redistribuzione del reddito e di rilancio del sistema previdenziale pubblico insieme alla tutela del contratto nazionale e il reinserimento della scala mobile". Gli organizzatori chiedono salari europei con rivalutazione automatica all'aumento dei prezzi, il taglio delle tasse su salari e pensioni portando la prima aliquota Irpef dal 23 al 18 per cento, il lavoro stabile e l'abolizione sia del pacchetto Treu che della legge 30. "Questa giornata -continua Leonardi- è anche a difesa del contratto collettivo nazionale, che Partito Democratico e sindacati concertativi vorrebbero smantellare". E, prosegue, "dimostra definitivamente che si è consolidato nel paese un sindacalismo conflittuale e propositivo".
Il coordinatore della Cub sostiene che "un governo di centrosinistra non può non tenere conto della portata dello sciopero", e stima che a parteciparvi sono stati due milioni di lavoratori. Più cauto Fabrizio Tomaselli, coordinatore nazionale della Sdl, che parla di un milione e mezzo.

Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas dichiara che "la realtà è andata oltre le nostre più rosee previsioni", e sottolinea che in piazza si sono uniti giovani e meno giovani per lanciare un no corale alle politiche economiche, sociali e securitarie del governo Prodi. Parla della Finanziaria come di una manovra che dà soldi "solo al padronato", e, in tema di sicurezza, di "decreto nazistoide antiromeni e anti rom. Bernocchi è contrario al "monopolio di Cgil, Cisl e Uil sui diritti sindacali". Secondo il portavoce, è stato lanciato un monito "ad un governo che pratica il berlusconismo senza Berlusconi". Conclude dicendo che "la lotta non si ferma qui: da domani, unitariamente, concorderemo altre iniziative di protesta che esercitino la massima pressione nei confronti di un parlamento sordo alle esigenze dei salariati e dei settori popolari e ad un governo che dà soldi solo al padronato e per le spese militari mentre impoverisce sempre di più salari e servizi sociali".

Il 30 novembre sarà il turno delle categorie dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil, che hanno indetto uno sciopero generale di otto ore, già definito "irregolare" dalla Commissione di Garanzia.