header 300 px ultimo

SLAI Cobas Poste di Prato: UNA COPERTA TROPPO CORTA

Information
Stampa

UNA COPERTA TROPPO CORTA.

Nei prossimi giorni i postini dovranno scegliere  nuovamente le zone. Questo è dovuto al fatto  che sono state apportate modifiche al pastrocchio combinato non più di qualche mese fa quando è partita la nuova organizzazione del recapito (consegne dedicate, ecc.) con il taglio (2 gite)  avvenuto  nell’Ufficio di Prato Martini.

Senza presunzione di voler passare da maghi, avevamo affermato che sarebbe stato un mezzo fallimento, e così è stato.

Il fatto è che non c’è bisogno di essere indovini o di leggere nelle sfere di cristallo, per dire che, fermo restando questo numero di zone, con questi carichi di lavoro, a Prato ogni tentativo di riorganizzazione non potrà che essere sempre e solo un nuovo fallimento.

 

 Prato è cresciuta negli ultimi 10 anni di quasi 16.000 abitanti (dai 169.819 del 13-novembre 1997- ai 185.539 del 15 novembre  2007, (dati verificabili sul sito internet del comune,) con tutto quello che ne consegue. Nuovi quartieri, appartamenti, negozi, fondi commerciali, artigianali, industriali, studi, banche, significano sicuramente maggior lavoro per i postini. E questa crescita continua di giorno in giorno, basta guardarsi attorno per accorgersi del vorticoso incremento edilizio della nostra città e anche della provincia.

 

Inutile dire che il numero delle gite non è mai aumentato, anzi! all’ultima riorganizzazione queste sono diminuite come tutti sappiamo, anche con l’avallo dei sindacati.

Come se questa città al posto di crescere come sta crescendo si stesse spopolando, o come se a queste nuove 16.000 persone, e a tutte le nuove attività  la posta non venisse consegnata.

 

Come se non bastasse la situazione del personale è disastrosa. La scorta è a zero, se non sotto zero, le ferie e con esse un qualsiasi tentativo di programmazione sono un miraggio sempre più lontano per i portalettere, e per chi non aderisce allo sciopero le areole si stanno moltiplicando come i pesci di un famoso miracolo. Ma chi è che dovrebbe far rispettare a questa azienda quei pochi paletti che ci sono in quegli accordi schifosi che vengono firmati e che tartassano la categoria postale?

 

Adesso si riparte, altra giro altra corsa, qualche ritocco in qua e là tanto per dare l’impressione che comunque qualcosa è stato fatto per migliorare le condizioni dell’ufficio.

 

Noi, ancora una volta, diciamo invece, che si continua a tirare una coperta troppo corta, .e che come sempre in questi casi se si coprono i piedi si scopre la testa o viceversa, e che comunque la tiri questa coperta, ci saranno tanti postini che resteranno scoperti, cioè con le zone pese,  dato il rapporto quantità di posta/numero delle zone.

 

Chi non corre il rischio di restare scoperto invece  e se ne sta bene al caldo, sono sia quei dirigenti di questa azienda che più tagliano e più risparmiano sui costi del personale, più guadagnano; (vedi trafiletto sotto) sia quei sindacalisti che continuano a firmare tutto e ad avallare tagli alle spalle dei portalettere, tanto di loro a fare questo mestiere, ce ne sono rimasti veramente pochi.

 

POSTE: SI ALLARGA IL DIVARIO RETRIBUTIVO TRA DIRIGENZA E DIPENDENTI!

Dalla Relazione della Corte dei Conti sul bilancio

di Poste Italiane Spa del 2006 si apprende che:

 

VARIAZIONE  COSTO MEDIO DEL PERSONALE

 

Anno 2005 = DIPENDENTI - Euro 36.053 / Anno 2006 Euro 35.100 - 2,65 %

Anno 2005 = DIRIGENTI - Euro 174.660­­­­ / Anno 2006 Euro 193.800 + 11,09 %

Costo medio = stipendi + contributi + imposte

 

Inoltre la Corte dei conti segnala che dei 627 Dirigenti mediamente presenti nel 2006 n. 26 Dirigenti hanno ottenuto degli incentivi al pensionamento per  7,9 milioni di euro con un costo medio annuo di 307.500 euro pro-capite.  Quanto costerà alla fine mandarli in pensione tutti?

 

Ma non dovrebbe bastare già questo per alzare la testa e cominciare a dire basta a chi ci tiene nella condizione di non arrivare più con i nostri miseri salari alla terza settimana del mese? 

Fip via dell’Aiale   20-11- 2007

 

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO questa lettera scritta da una ricorsista tesserata Cobas che ringraziamo per il prezioso contributo.

 

“…ma cosa state facendo per noi???” L’epiteto è spesso rivolto ai nostri sindacalisti che si rammentano di noi solo nelle vicinanze di assemblee, elezioni rsu o strampalati accordi per i quali vengono a chiedere un fantomatico consenso pur sapendo che i giochi sono già stati fatti, ma è troppo divertente per loro mettere su il teatrino dell’assemblea e del consenso dei lavoratori.

Non si sa come, sebbene nelle nostre assemblee i consensi non ci siano mai, il resto del mondo postale è sempre concorde nel sostenere accordi che sfruttano e sottopagano i lavoratori, protocolli che detassano gli straordinari e precarizzano il lavoro, contratti collettivi che allungano i tempi della contrattazione economica…

 

Di sicuro l’attività del nostri sindacati porterà a qualcosa….

Non posso pensare che stiano lì senza far niente per mesi interi, ma forse: il loro interesse non è più quello di inizio secolo, dove il sindacato nasceva e prolificava tra i lavoratori, gestendo il rapporto con il Padrone nell’affermazione delle istanze della base.

 

Oggi il sindacato è un mediatore tra chi deve vendere e chi deve comprare: è una specie di procacciatore che tira a fare affari, che sono sempre più a favore del Padrone.

Io non voglio essere merce di scambio, non voglio dover chiedere a qualcun’altro di battersi per me, voglio essere in grado di sedermi di fronte alla dirigenza e poter usare le sue stesse armi. E la possibilità c’è, se solo la smettessimo di fare gli struzzi  facendo finta che tutto ciò che accade non ci riguarda….

 

Con la scusa che non c’è lavoro, che è difficile trovare un impiego a tempo indeterminato, ci sentiamo costretti a piegarci a meccanismi di potere che noi stessi non comprendiamo, ci svendiamo nella speranza che la nostra buona volontà venga premiata con una nuova mansione o un miglior trattamento economico e non rendiamo conto che quei pochi euro in più in busta non sono altro che una presa in giro di chi non fa altro che guardare al proprio interesse (personale o aziendale).

 

SVEGLIAMOCI!!!   Prendiamo la nostra azienda.

Molti di voi ricorderanno quando erano “trimestrali”, all’epoca i vecchi postini non volevano neppure sentire parlare di areole, ogni tanto qualcuno abbinava…ma il 50% dell’ufficio era composto da CTD, grazie a quei postini noi abbiamo potuto fare ricorso e tornare a lavorare.

 

E molti vincitori di ricorso cosa fanno adesso?  Areole tutti i giorni, coprendo qualunque tipo di assenza, fregandosene anche di quei paletti che con tanta fatica (sic) i sindacati hanno ottenuto.

Inoltre, ci sono decine di ricorsisti che sono stati sbattuti a centinaia di chilometri da casa.

Ci rendiamo conto che se fossimo un po’ meno disponibili, forse qualcuno di questi potrebbe tornare a casa senza dover perdersi in lunghissime  trafile legali?

Ognuno di noi ha un amico, un figlio, un cugino o un conoscente senza lavoro.

Se costringessimo l’azienda a lasciare le zone scoperte forse si renderebbe conto della necessità di assumere qualche CTD in più!

 

Non è più possibile nascondere la testa, ci stanno lasciando in mutande e non sentiamo neanche un po’ di freddo. Dobbiamo iniziare a batterci perché la situazione cambi, più saremo e più potremo essere ascoltati. Tutti possono dire la loro, e l’aiuto di ognuno è prezioso. Una voce isolata cade nel vuoto, ma un urlo può essere devastante. E se proprio non ce la fai a fare la voce grossa, sappi che c’è sempre qualcuno su cui puoi fare affidamento. Basta cercare…

 

…lo Slai Cobas Poste di Prato si riunisce tutti i mercoledì

dalle ore15.00 alle ore 17.00 nella  sede di via dell’Aiale, 20 ogni secondo e quarto mercoledì del mese dalle ore 15.30 alle ore 19,00 il nostro legale riceve per consulenze gratuite ed informazioni.

SLAI Cobas Poste di Prato