Nota stampa - Protocollo welfare. Giorgio Cremaschi (segretario generale FIOM-CGIL): “Clamoroso: l’accordo del 23 luglio 2007 peggiora nei fatti la riforma Maroni. 100.000 pensioni di vecchiaia in meno, mentre le pensioni di anzianità sono invariate. Colpite soprattutto le donne” “I dati annunciati dall’Inps sull’andamento effettivo delle domande di
pensione sono clamorosi. Le pensioni di anzianità hanno un andamento
sostanzialmente stabile, che non si distacca se non per poche migliaia di
lavoratori da quello che ci sarebbe stato se fosse entrato pienamente in
vigore lo scalone Maroni. Le pensioni di vecchiaia hanno invece un crollo,
a causa dell’avvio della nuova normativa che prevede gli scalini, cioè il
rinvio, anche per esse. Questa nuova misura, decisa con il protocollo 23
luglio del 2007, fa più danni alle lavoratrici e ai lavoratori delle
parziali attenuazioni ottenute sull’avvio dello scalone. Molte persone
vedranno posticipata la pensione di vecchiaia. Queste sono in particolare
donne e operaie, che più di tutte usufruiscono di questo istituto. In
conclusione, per garantire un temporaneo pensionamento a 58 anni con 35 di contributi, che svanirà nel nulla rapidamente e che riguarda poche migliaia
di lavoratori, si è drasticamente peggiorata la condizione di tutti gli
altri e, in particolare, delle donne.”
“Cgil, Cisl, Uil, mentre si avviano allo sciopero generale contro Prodi e
Montezemolo, dovrebbero riconoscere il grave errore. I fatti smentiscono le
affermazioni secondo le quali il protocollo avrebbe difeso l’età
pensionistica delle donne. Alla fine le finestre e gli scalini di Damiano e
Padoa Schioppa determinano una situazione complessiva peggiore di quella
che avrebbe prodotto lo scalone di Maroni. Si dimostra così, ancora una
volta, che quello del 23 luglio è un accordo a perdere per il mondo del
lavoro.”
Roma, 5 dicembre 2007