La direzione aziendale tenta nuovamente di liberarsi di questa "spina nel fianco" che da anni lotta per i diritti dei lavoratori di Pomigliano e non solo, non a caso il mese scorso si è subito attivato, assieme al suo sindacato, per organizzare e dirigere una forte mobilitazione per contrastare la strategia aziendale relativa al licenziamento di 94 lavoratori interinali delle aziende collegate al gruppo Fiat. I padroni per incrementare i loro profitti devono intensificare lo sfruttamento della forza-lavoro: salari di fame, precarietà, lavoro nero, flessibilità, intensificazione dei ritmi, cassa integrazione e licenziamenti. Eliminare ogni resistenza nei luoghi di lavoro è la condizione essenziale. L'attacco della Fiat a Granillo ed ai lavoratori più combattivi degli altri stabilimenti (non scordiamoci dei licenziamenti politici avvenuti alla Fiat-Sata di Melfi ed alla Fiat di Termoli), la manifesta collaborazione sindacale di Cgil-Cisl-Uil alla ristrutturazione, sono segnali che aprono la strada ad un massiccio ridimensionamento occupazionale. In tutte le fabbriche la ristrutturazione comincia con l'eliminazione, attraverso il licenziamento politico, anche se questo viene camuffato con la cassa integrazione o la mobilità, dei lavoratori più combattivi. A fianco di Vittorio Granillo come al fianco dei tanti lavoratori combattivi che in tutta Italia stanno rialzando la testa e non sono più disposti ad accettare in silenzio ogni cosa che il padronato vorrebbe imporre
a loro.
Le Redazioni Veneta e Toscana di Primomaggio