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SLAI Cobas pOSTE Prato: ANNIVERSARIO DI GIUSEPPE

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Sono molti ormai i portalettere neo assunti in servizio nei nostri due uffici di recapito di Prato che non hanno conosciuto Giuseppe, e che forse non ne hanno sentito nemmeno parlare.

Giuseppe è morto 5 anni fa dopo una settimana di agonia, dopo essere stato investito da un autobus mentre stava consegnando la posta

Come ogni anno noi vogliamo ricordarlo per quello che è stato per noi, un carissimo amico, un collega sempre disponibile al sorriso e sempre pronto ad aiutare chi gli stava vicino.

Per noi che  lo abbiamo conosciuto, non averlo più vicino, il non vederlo al suo banco di lavoro è la mancanza più grande, e la sua assenza non potrà mai essere colmata perché ancora oggi, a distanza di 5 anni ci manca tanto, e perché morire sul lavoro è una morte inaccettabile.

 

Ogni volta che un operaio muore sul lavoro si parla di fatalità, di tragico incidente,  ma  gli incidenti sul lavoro non sono quasi mai una fatalità, sono determinati dai ritmi e dalle condizioni di lavoro sempre peggiori, dagli orari troppo lunghi, dalla precarietà, dallo sfruttamento che i lavoratori sono costretti a subire in nome della competitività aziendale e dei mercati.

 

Non è fatalità per gli edili, per i metalmeccanici, siderurgici, o per qualsiasi altra categoria di lavoratori. Italiani, extracomunitari, fissi, precari, in questi casi la morte non ha nazionalità, il denominatore comune è morti per mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, morti perché il sistema capitalistico per mantenersi a galla richiede sempre più sfruttamento, salari da fame e meno garanzie. La sicurezza è un costo troppo caro  per i  padroni, un costo che ogni anno, in Italia, triste primato europeo, 1200  lavoratori pagano con la vita.

 

Non è fatalità nemmeno alle Poste.

A marzo con grande vanto, la dirigenza ha annunciato 844 milioni di Euro di utili per il 2007, (più 25% del 2006) utili derivati principalmente dal contenimento dei costi, il che tradotto in parole povere ha significato oltre ai disservizi nel recapito avvenuti in seguito ai tagli delle zone, e code agli sportelli per mancanza di personale, un aumento dei carichi di lavoro per tutti i lavoratori postali; dagli sportellisti, allo smistamento, sino ai portalettere, che hanno subito un taglio di 2450  zone di recapito E intanto c’è chi ne paga il prezzo, a marzo in soli tre giorni due  giovani portalettere (in provincia di Como e Alessandria) entrambi precari, sono morti in servizio a seguito di incidenti.

 

La sicurezza sul lavoro non deve essere soltanto uno slogan con cui riempirsi la bocca.

 E’ per questo che abbiamo presentato l’esposto all’Ufficio Provinciale del Lavoro per le ferie non godute nei tempi e nei modi che possano permettere ai lavoratori i periodi di riposo spettanti.

E’ per questo che ogni mese continuiamo ad indire e promuovere lo sciopero delle prestazioni aggiuntive (areole). e continuiamo a combattere e nemmeno a sottoscrive, accordi e contratti che peggiorano di volta in volta le condizioni materiali di lavoro e salariali.

 

E’ perché  ci ricordiamo di Giuseppe al nostro fianco che non vogliamo più piangere colleghi morti sul lavoro e continuiamo con le nostre piccole forze a batterci con chi ci vuole sempre più sfruttati e sottomessi.

 

SLAI COBAS PRATO  

via dell’Aiale 20 Prato