FIAT POMIGLIANO

SU RICORSI SLAI COBAS RIPETUTE SENTENZE HANNO IN QUESTI MESI CONDANNATO I LICENZIAMENTI ARBITRARI DELLA FIAT E REINTEGRATO IN FABBRICA INNUMEREVOLI LAVORATORI

L’ultimo è Pasquale Russo, reintegrato dalla Corte d’Appello di Napoli che lo scorso 28 ottobre ha condannato l’azienda ad un risarcimento danni complessivo di 250.000 euro (comprensivo di ricostituzione contributi  INPS, retribuzione arretrate e spese legali). Precedentemente la Fiat è stata condannata dal tribunale di Nola al reintegro di Mauro Buonomo, con sentenza del 28/9/2010. Il 17 marzo scorso è stata la volta di Francesco Carotenuto e Giovanni Vitale, anche loro reintegrati dal Tribunale di Nola. Prima ancora è stato reintegrato con sentenza del Tribunale di Nola del 22/4/2010, Raffaele Palma dell’indotto Fiat (G.M. Sinter di Arzano).
 
Questi importanti pronunciamenti della magistratura (tutti ottenuti esclusivamente in conseguenza dell’iniziativa dello Slai cobas) stanno tra l’altro dimostrando il grave abbassamento in fabbrica del Diritti del lavoro in conseguenza dei nefasti effetti del “piano Marchionne” che punta ad ottenere con minacce e ricatti il consenso dei lavoratori a ridursi in moderna schiavitù: ma come si può fare finta di non sapere che la Fiat intende saturare al massimo lavoratori ed impianti per sfruttarli sempre di più per sempre meno giorni all’anno con la massima flessibilità produttiva e lavorativa?... e per il resto ci penserà lo Stato con la cigs!
 
Aldilà delle chiacchiere come Slai cobas (come già abbiamo fatto a giugno organizzando e dando “voce e forza” ai lavoratori col fronte del NO al referendum!) stiamo caparbiamente continuando a tenere aperta una partita - che la Fiat ed altri sindacati intendevano tenere chiusa - impedendo quel ritorno al medioevo in cui speravano di precipitare i lavoratori.
 
Intanto gli altri sindacati (tutti) che insieme alle forze politiche si sciacquano la bocca con la parola “democrazia”, quegli stessi che ieri osannavano il ‘piano Marchionne” e avallarono la deportazione di 300 lavoratori al reparto-confino di Nola, oggi ancora contribuiscono in prima persona ad impedire il fondamentale diritto dei lavoratori a scegliere, eleggere e rinnovare i propri sindacati presenti in azienda e ormai decaduti (le RSU) da un anno e 5 mesi: vorrebbero i lavoratori immobili, muti e rassegnati al declino in atto delle proprie condizioni di vita e di lavoro, alla perdita di importanti conquiste costate decenni di lotte.
 
Ma come fa la Fiom a “strapparsi i capelli” annunciando che nella nuova fabbrica (la New Co.) prospettata dall’amico Marchionne la Fiat prevede l’azzeramento dei sindacati “scomodi”? Intanto lo stanno facendo insieme (confederali/Fiat) tentando da anni di far fuori lo Slai cobas che - alla faccia loro - è oggi fresco e tosto e ancora in grado di mettere alle corde la Fiat come sulla recente questione dei licenziamenti abusivi. Ma come fa a lamentarsi che nella nuova fabbrica potrebbe perdere la rappresentanza quando oggi in fabbrica si taglia le palle da sola impedendo (insieme a Fiat-Fim-Uilm-Fismic) le elezioni sindacali per paura del voto dei lavoratori?
 
Una condizione necessaria a ricostruire in fabbrica la forza sindacale organizzata dei lavoratori è rappresentata dalla elezione delle RSU: senza il loro rinnovo parlare dei diritti dei lavoratori è solo demagogia. BIsogna imporre inoltre il diritto (di legge) alla rotazione delle poche giornate lavorative tra tutti i lavoratori e non consentire che gli ex addetti alla 147 subiscano la cassa integrazione a zero ore per dividere in due la fabbrica - come spera l’azienda - per indebolire tutti i lavoratori!
 
Lo Slai cobas prepara prossime e forti iniziative pubbliche dei lavoratori, con valenza nazionale e aperte ad artisti e giuristi, culminanti nel prossimo mese di gennaio, per rendere più forti le ragioni operaie contro la barbarie del piano Marchionne e di chi lo appoggia.
 
Slai cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate - Pomigliano d’Arco, 18/11/2010