FIAT POMIGLIANO

Pomigliano, 4 operai incatenati ai cancelli della Fiat

ROMA - Momenti di tensione davanti ai cancelli dello stabilimento Fiat di Pomigliano. È infatti in corso una manifestazione di Slai Cobas e Fiom (ma i partecipanti interpellati telefonicamente dalla DIRE sottolineano che vogliono rappresentare tutti i lavoratori, per questo non hanno esposto bandiere sindacali), in tutto un centinaio di persone, che stanno protestando "contro i pesanti tagli occupazionali prospettati previsti dal luglio 2013, data della scadenza della cassa integrazione".
Quattro militanti Fiom, tra cui una donna, hanno deciso di incatenarsi ai cancelli dello stabilimento. "Ci sono diversi motivi che ci hanno spinti a questo gesto- dice un operaio, Mimmo Loffredo, all'agenzia DIRE- C'e' una sentenza del giudice che dice che noi che siamo fuori non possiamo piu' essere riassunti, ora la Fiat ha anche avuto il via libera per partire con la mobilita'. Chiediamo ai sindacati delle risposte, vogliamo rientrare in fabbrica. Noi delle proposte le avanziamo, per noi la prima cosa da fare e' mettere in campo una rotazione, magari di contratti di solidarieta', almeno per rientrare in fabbrica. Poi vogliamo capire il futuro industriale dell'azienda, per noi la sola Panda che si produce qui non puo' bastare. Questo gesto di incatenarci e' dovuto al fatto che dei 2.000 che sono fuori ormai non se ne parla piu'. Non dimentichiamoci poi dei problemi che sta incontrando tutto l'indotto, ci sono anche fabbriche che stanno chiudendo. Le difficolta' sono enormi. È evidente che il progetto Fabbrica Italia non ha risolto alcun problema".

Sui tempi Loffredo e' chiaro: "Stiamo aspettando risposte, vogliamo un'assemblea pubblica in cui parlare di questo tema. Chiediamo anche un intervento della politica: molti nei giorni scorsi si sono affannati ad applaudire alle parole di Marchionne, intanto ci sono persone che restano senza lavoro". Intanto giovedi' prossimo il comitato delle mogli degli operai di Pomigliano sara' a Melfi per volantinare in favore di un appello unitario agli operai della Sata: "O ci mettiamo tutti quanti insieme per essere tutti quanti piu' forti o saremo in balia degli specchietti per le allodole usati dalla Fiat coi suoi fantomatici piani per chidere le fabbriche e delocalizzare". Scrive lo Slai: "Prepariamoci al peggio: a luglio e' prevista la scadenza della cassa integrazione per cessazione dell'attivita' produttiva di Fiat Group Pomigliano e di oltre 2.000 lavoratori della fabbrica nonche' del collegato indotto. Se non ci muoviamo, bene e per tempo, il conseguente dimezzamento degli organici rendera' 'tutti' gli oltre 5.000 lavoratori 'piu' deboli'". Lo Slai cobas "e' impegnato a costruire una grossa assemblea nazionale a Pomigliano, il prossimo 1 maggio, con interventi dei sindacati internazionali, ed aperta a tutte le forze sindacali, sociali e politiche disponibili".