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07 Dicembre 2008

Il rapporto Eurostat sul periodo 2008-2060: le drastiche stime tra lavoratori attivi e pensionati

L´Ufficio Statistico delle Comunità Europee in un suo rapporto sul periodo 2008-2060 ha messo in evidenza che la popolazione invecchierà progressivamente in tutto il vecchio continente e il rapporto tra i pensionati e le persone in età lavorativa aumenterà drasticamente passando dal 25% nel 2008 al 53% nel 2060. Rapporto sul periodo 2008-2060: le stime Eurostat sull'invecchiamento della popolazione europea
Nel complesso dei ventisette paesi membri dell'Unione europea, attualmente, ci sono quattro persone in età lavorativa per ogni ultra sessantacinquenne. Le stime Eurostat appena pubblicate rivelano che i trend demografici e migratori faranno variare tale rapporto, fino a raggiungere nel 2060 un valore dimezzato: due persone in età lavorativa per ogni over 65. Un dato questo che non potrà non condizionare le politiche previdenziali nazionali, che saranno tenute a perseguire idonee riforme strutturali al fine di garantire la sostenibilità dei rispettivi sistemi nel lungo periodo.

Analizzando l'evoluzione dei dati elaborati dall’istituto di statistica europeo, emerge che la popolazione complessiva dell’Unione, 495 milioni di individui a gennaio 2008, arriverà a un massimo di 521 milioni nel 2035. Anno in cui si prevede che il tasso positivo di immigrazione regolare non sarà più sufficiente a compensare l'impatto negativo provocato dalla progressiva diminuzione delle nascite, deficitarie rispetto al tasso di mortalità già a far tempo dal 2015. Tanto che per il 2060 si profila una popolazione europea di 506 milioni di persone: l'Italia, con i suoi 59 milioni di abitanti, risulterà il quarto paese più popoloso, preceduta nell'ordine da Gran Bretagna (76,6 milioni), Francia (72 milioni) e Germania (70,7 milioni).
Più in generale, si stima che la popolazione dovrebbe far registrare una crescita in 13 paesi membri, mentre dovrebbe diminuire nei restanti 14. Gli incrementi più rilevanti sono attesi per Cipro (+66%), Irlanda (+53%), Lussemburgo (+52%) e Gran Bretagna (+25%). Tornando ad analizzare l'età media delle popolazioni, va sottolineato che l'invecchiamento dei cittadini europei continuerà a progredire. Gli over 65 passeranno dall'attuale 17,1%, al 30% nel 2060, mentre la percentuale degli ultra ottantenni toccherà quota 12,1 contro il 4,4% del 2008.
Proiezioni che rendono il compito dei ministri delle Finanze dei paesi dell’Ue non certo agevole, come sottolineato da Amelia Torres, portavoce della Commissione, in occasione della presentazione dei dati: «L'invecchiamento della popolazione è una delle maggiori sfide che l'Europa deve affrontare, unitamente ai cambiamenti climatici e alla globalizzazione».

Il dibattito che si è sviluppato in questi ultimi anni a livello delle principali istituzioni comunitarie ha evidenziato alcune leve su cui è possibile agire onde evitare che le proiezioni più allarmanti si traducano in realtà irreversibili. Prime fra tutte, un adeguamento dei sistemi pensionistici, nel rispetto del principio di solidarietà tra le generazioni e misure atte a favorire il prolungamento della vita lavorativa e a scoraggiare i prepensionamenti. Ma anche, maggiore sostegno alle famiglie, finalizzato ad incrementare il tasso di natalità, nonchè politiche in materia di immigrazione coordinate tra gli Stati membri che regolino i flussi, elemento di importante riequilibrio demografico, e garantiscano agli immigrati parità di condizioni di vita e di lavoro.