Comunicato stampa SLAI Cobas
Si tratta di una grave iniziativa politica, ma senza alcuna tenuta sindacale, né giuridica. La pretesa della Fiat di imporre la “melfizzazione-coatta” e le deroghe per l’annullamento dei diritti contrattuali, legali e costituzionali dei lavoratori e di quelli sindacali con la creazione (a partire da Pomigliano e da estendere poi in tutto il settore) di una nuova <azienda-fuorilegge> rispetto alle vigenti normative troverà , ancora una volta, “filo da torcere” da parte dei lavoratori e dello Slai cobas, proprio come già avvenuto in occasione del referendum dello scorso 22 giugno.
Qualsiasi accordo, incluse eventuali e future modifiche del contratto nazionale, non consentono alla Fiat di scansarsi dalle prevalenti fonti di diritto a tutela dei lavoratori e delle loro organizzazioni. Né tantomeno la “newco” potrà scongiurare le annunciate azioni di protesta sindacale nè la difesa individuale dei lavoratori e quella collettiva già annunciata dallo Slai cobas sia con l’imminente iniziativa giudiziale (per restituire ai lavoratori della Fiat Pomigliano il diritto di eleggere i propri rappresentanti sindacali aziendali - diritto da oltre una anno sequestrato da Fiat-Fiom-Fim-Uilm) che per ‘disattivare’, anche giuridicamente, l’accordo illegale recentemente firmato a Pomigliano da Fim-Uilm-Fismic-Ugl e l’impostazione ‘eversiva e selettiva’ dei futuri rapporti di lavoro auspicata da Marchionne con la realizzazione della ‘nuova’ società a Pomigliano: un’azienda creata strumentalmente ad hoc ed operante in perfetta continuità e contiguità aziendale, produttiva e societaria.
Il fatto è che in questi anni la Fiat ha ricevuto dalla Stato multimiliardari finanziamenti pubblici usati per chiudere fabbriche, licenziare e delocalizzare all’estero ed il recente annuncio di trasferire in Serbia la produzione di Mirafiori fa il paio con la chiusura in atto di Termini Imerese e la fumosa prospettiva di Pomigliano che in effetti ne conferma il prossimo e pesante ridimensionamento occupazionale.
Mentre ha trasformato la Fiat in “holding finanziaria” e scorporato l’auto - a prospettato baricentro in USA - oggi Marchionne si accinge a tirare la volata alla controriforma autoritaria ed extraparlamentare del rapporto di lavoro.
Ma nei lavoratori troverà… pane per i suoi denti…!
SLAI cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzzate - Pomigliano d’Arco, 28/7/2010
Si tratta di una grave iniziativa politica, ma senza alcuna tenuta sindacale, né giuridica. La pretesa della Fiat di imporre la “melfizzazione-coatta” e le deroghe per l’annullamento dei diritti contrattuali, legali e costituzionali dei lavoratori e di quelli sindacali con la creazione (a partire da Pomigliano e da estendere poi in tutto il settore) di una nuova <azienda-fuorilegge> rispetto alle vigenti normative troverà , ancora una volta, “filo da torcere” da parte dei lavoratori e dello Slai cobas, proprio come già avvenuto in occasione del referendum dello scorso 22 giugno.
Qualsiasi accordo, incluse eventuali e future modifiche del contratto nazionale, non consentono alla Fiat di scansarsi dalle prevalenti fonti di diritto a tutela dei lavoratori e delle loro organizzazioni. Né tantomeno la “newco” potrà scongiurare le annunciate azioni di protesta sindacale nè la difesa individuale dei lavoratori e quella collettiva già annunciata dallo Slai cobas sia con l’imminente iniziativa giudiziale (per restituire ai lavoratori della Fiat Pomigliano il diritto di eleggere i propri rappresentanti sindacali aziendali - diritto da oltre una anno sequestrato da Fiat-Fiom-Fim-Uilm) che per ‘disattivare’, anche giuridicamente, l’accordo illegale recentemente firmato a Pomigliano da Fim-Uilm-Fismic-Ugl e l’impostazione ‘eversiva e selettiva’ dei futuri rapporti di lavoro auspicata da Marchionne con la realizzazione della ‘nuova’ società a Pomigliano: un’azienda creata strumentalmente ad hoc ed operante in perfetta continuità e contiguità aziendale, produttiva e societaria.
Il fatto è che in questi anni la Fiat ha ricevuto dalla Stato multimiliardari finanziamenti pubblici usati per chiudere fabbriche, licenziare e delocalizzare all’estero ed il recente annuncio di trasferire in Serbia la produzione di Mirafiori fa il paio con la chiusura in atto di Termini Imerese e la fumosa prospettiva di Pomigliano che in effetti ne conferma il prossimo e pesante ridimensionamento occupazionale.
Mentre ha trasformato la Fiat in “holding finanziaria” e scorporato l’auto - a prospettato baricentro in USA - oggi Marchionne si accinge a tirare la volata alla controriforma autoritaria ed extraparlamentare del rapporto di lavoro.
Ma nei lavoratori troverà… pane per i suoi denti…!
SLAI cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzzate - Pomigliano d’Arco, 28/7/2010