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21 Novembre 2022

SULLO SCIOPERO GENERALE DEL 2 DICEMBRE DA PARTE DEL SINDACALISMO DI BASE

Lo sciopero generale del 2 dicembre si muove nella logica del sindacato spettacolo dove la maggior parte cerca di mascherare la propria crisi e il loro opportunismo.
La crisi nasce dal fatto che l’azione sindacale si muove dentro il contesto che vede gli spazi per l’iniziativa sindacale si stanno progressivamente riducendo a causa della pesantezza dell’attacco economico, politico e ideologico nei confronti del proletariato e degli altri settori delle masse popolari.
In questo contesto il mondo variegato del sindacalismo di base ha due opzioni.
1) Dare un suo contributo alla formazione di una soggettività politica di classe che vada nella direzione della critica e superamento del modo di produzione capitalistico;
2) Rifiutando la prima opzione, il sindacalismo di base è destinato, inevitabilmente, alla dissoluzione o a tradursi nella formazione di organizzazioni sindacali profondamente integrate nei processi di corporativizzazione reazionaria dello Stato. Questa opzione è stata fatta dalla maggioranza del sindacalismo di base.
Da tenere conto l’opportunismo dei sindacati che hanno indetto lo sciopero del 2 dicembre.
Un chiaro esempio è l’USB, che porta nel suo DNA le caratteristiche di un’organizzazione sindacale da sempre mirante a prediligere la difesa settoriale di interessi di lavoratori spesso privilegiati. Non a caso dopo la sua costituzione hanno aderito all’USB vari quadri navigati della sinistra sindacale, che hanno rafforzato ulteriormente le già spiccate tendenze a un sindacato operante con le consuete logiche della contrattazione del sindacalismo confederale.
Perciò non c’è da meravigliarsi quando nel maggio 2015, l’USB sottoscriva il Testo Unico della Rappresentanza siglato il 10 gennaio 2014 tra CGIL-CISL-UIL e Confindustria, che tra l’altro prevede che si possano fare contratti aziendali
peggiorativi di quelli nazionali e stabilisce che gli accordi – compresi quelli in deroga – sono vincolanti anche per i sindacati e i delegati che non li firmano, e introduce sanzioni (anche economiche) anche per i sindacati e i delegati che li contrastano.
A questa deriva come SLAI PROL COBAS contrapponiamo una linea e una prassi che si muove su una prassi militante incentrata in particolare sugli operai industriali senza trascurare i settori di lavoratori degli strati più sfruttati. Noi rifiutiamo una linea che enfatizza o pone al centro la necessità del rapporto con le istituzioni o i partiti al potere che mira alla ricerca di sponde istituzionali secondo logiche di contrattazione inevitabilmente dipendenti dalle promesse altrui.
Esecutivo nazionale SlaiProlCobas federato S.L.A.I.Cobas 20-11-2022

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