NOTIZIE SLAI COBAS
Alla Conad chi sciopera viene sospeso
- Dettagli
- Categoria principale: Notizie
www.nuovasocieta.it
Sospensione cautelativa per 4 lavoratori del centro smistamento alimentari Conad a San Salvo: il provvedimento è stato comunicato tramite lettera al loro ingresso in azienda a inizio turno questo pomeriggio. «Si tratta del passo che precede il licenziamento», spiega Andrea Di Paolo, coordinatore provinciale Slai Cobas di Campobasso, giudicandolo un atto «inaudito e gravissimo. Per accompagnarli fuori dai cancelli sono stati chiamati i Carabinieri». La motivazione contenuta nella lettera dell'azienda (la Cft di Firenze, cooperativa facchinaggio e trasporto, circa 1.500 dipendenti in Italia, 200 a San Salvo), riferisce Di Paolo, è legata allo sciopero di ieri, dalle 15 alle 18, durante il quale i quattro - due sindacalisti attivi dello Slai Cobas e due iscritti - avrebbero impedito «il corretto svolgimento dell'attività lavorativa».
Lo sciopero di reparto, spiega Di Paolo, ha coinvolto venti persone «ed è stato indetto dai lavoratori, insieme alle Rsa dello Slai Cobas, per protesta contro le precarie condizioni di lavoro, dal punto di vista igienico e della sicurezza». Al centro smistamento, aggiunge il sindacalista, oltre il 60% dei dipendenti è rappresentato da cittadini extracomunitari, assunti con contratto multiservizio. «Siamo in stato d'assedio. Fatto ancora più grave è che l'azienda abbia chiamato i Carabinieri per accompagnare fuori i dipendenti», dice Di Paolo, annunciando che lo Slai Cobas si rivolgerà al Tribunale di Vasto invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale. Di Paolo - che segue direttamente anche la vicenda di Giovanni Musacchio, il dipendente della Fiat di Termoli (Campobasso) licenziato dopo aver partecipato al presidio di Pomigliano d'Arco del 22 giugno scorso - conclude: «Non ci piegheremo a questo diktat nazionale. Queste rappresaglie avranno risposte di piazza pesanti».
Sospensione cautelativa per 4 lavoratori del centro smistamento alimentari Conad a San Salvo: il provvedimento è stato comunicato tramite lettera al loro ingresso in azienda a inizio turno questo pomeriggio. «Si tratta del passo che precede il licenziamento», spiega Andrea Di Paolo, coordinatore provinciale Slai Cobas di Campobasso, giudicandolo un atto «inaudito e gravissimo. Per accompagnarli fuori dai cancelli sono stati chiamati i Carabinieri». La motivazione contenuta nella lettera dell'azienda (la Cft di Firenze, cooperativa facchinaggio e trasporto, circa 1.500 dipendenti in Italia, 200 a San Salvo), riferisce Di Paolo, è legata allo sciopero di ieri, dalle 15 alle 18, durante il quale i quattro - due sindacalisti attivi dello Slai Cobas e due iscritti - avrebbero impedito «il corretto svolgimento dell'attività lavorativa».
Lo sciopero di reparto, spiega Di Paolo, ha coinvolto venti persone «ed è stato indetto dai lavoratori, insieme alle Rsa dello Slai Cobas, per protesta contro le precarie condizioni di lavoro, dal punto di vista igienico e della sicurezza». Al centro smistamento, aggiunge il sindacalista, oltre il 60% dei dipendenti è rappresentato da cittadini extracomunitari, assunti con contratto multiservizio. «Siamo in stato d'assedio. Fatto ancora più grave è che l'azienda abbia chiamato i Carabinieri per accompagnare fuori i dipendenti», dice Di Paolo, annunciando che lo Slai Cobas si rivolgerà al Tribunale di Vasto invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale. Di Paolo - che segue direttamente anche la vicenda di Giovanni Musacchio, il dipendente della Fiat di Termoli (Campobasso) licenziato dopo aver partecipato al presidio di Pomigliano d'Arco del 22 giugno scorso - conclude: «Non ci piegheremo a questo diktat nazionale. Queste rappresaglie avranno risposte di piazza pesanti».