''Le scelte della Fiat puntano al trasferimento della casa madre in Usa anche della progettazione''. Lo sottolinea Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas. ''E' un caso - chiede Granillo - che all'inverosimilità del piano per Pomigliano si aggiunge quello per Mirafiori dove si produrrebbero Suv e Jeep, tecnicamente obsoleti, mentre gli stessi Usa puntano a vetture meno inquinanti e a più basso consumo energetico? Va da se che con queste scelte si prepara il trasferimento alla casa-madre Usa anche della progettazione''. ''Tutti i piani attuati dall'azienda - prosegue - dai prospettati ridimensionamenti, chiusure di interi stabilimenti, i licenziamenti e la messa in schiavitù dei lavoratori, hanno tra i risultati immediati l'aumento in borsa delle quotazioni Fiat e dei premi di risultato dei dirigenti. La Fiat promette un fantomatico rilancio per produrre, tra anni e quando finirà la crisi, quasi avesse la sfera magica, la stessa quantità di vetture che produceva in Italia negli anni '80, ossia un milione di auto. E a Pomigliano pretende di produrre 270mila Panda, per la quale serve appena il 25 per cento degli operai necessari a produrre un'Alfa Romeo''.