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Ortomercato, il racket all´attacco

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Nel mirino Dioli, il delegato già minacciato di morte perché aveva guidato lo sciopero per la legalità

Fuoco alla casa del sindacalista che lotta contro il lavoro nero
La Cgil: situazione intollerabile Il prefetto Lombardi: convocherò quanto prima i vertici Sogemi
Cauto il presidente Roberto Predolin "Fatto gravissimo ma verifichiamo se c´è un nesso tra l´attentato e l´attività sindacale"

Sandro De Riccardis

È di nuovo emergenza sicurezza all´Ortomercato, dopo l´attentato incendiario della scorsa notte all´abitazione un sindacalista del mercato di via Lombroso. «Più polizia e più controlli» hanno chiesto ieri i sindacati in un incontro urgente col prefetto Gian Valerio Lombardi che, da parte sua, ha assicurato «una vigilanza specifica nei pressi dell´abitazione del sindacalista» e la «convocazione quanto prima dei vertici della Sogemi», che gestisce il mercato.
L´incendio - per gli inquirenti, «un atto vandalico dimostrativo e altamente simbolico» - colpisce Josef Dioli, delegato alla sicurezza dei lavoratori dell´Ortomercato, l´uomo che lo scorso ottobre era stato già minacciato di morte per le sue battaglie contro il lavoro nero e per aver indetto il primo e unico sciopero «per il ripristino della legalità» in via Lombroso. Le fiamme, alle tre di notte, bruciano la porta della sua abitazione a due piani a Casaletto Vaprio, in provincia di Crema. Qualcuno cosparge di gasolio l´ingresso della casa, appicca l´incendio e mette a rischio le tubature esterne del gas. Solo l´intervento della suocera, che vede le fiamme, impedisce che l´attentato faccia più gravi danni: con la canna da giardino ha spento il fuoco quando aveva già raggiunto i trenta centimetri sui muri esterni della casa.
«La nostra preoccupazione è alta - dice Graziella Carneri, segretario generale Filcams Cgil -. Chiediamo che sia garantita la sicurezza per i nostri delegati, ma anche di rendere sicura tutta l´area con un presidio di polizia. All´ortomercato non bastano i normali strumenti sindacali. È necessario far vedere che c´è davvero la volontà di fare pulizia e ripristinare la legalità. Il problema è il lavoro nero con l´impiego a dismisura di clandestini. Una situazione intollerabile in una struttura pubblica, di proprietà del comune». Il prefetto ha assicurato ieri ai sindacati che sarà garantita «maggiore vigilanza nei pressi dell´abitazione» della vittima. «Tuttavia - ha spiegato Lombardi - non si può risolvere tutto con la polizia. Chiederò presto un incontro coi vertici della Sogemi, per migliorare il profilo organizzativo all´interno». E mentre Paolo Weber, direttore dell´Ispettorato del lavoro, fa sapere che «i controlli non si sono mai fermati tra i bancali del mercato» e che in questa fase «sono sotto la nostra lente i contratti tra cooperative di facchinaggio e operatori», predica prudenza il presidente di Sogemi Roberto Predolin: «Se l´attentato fosse collegato all´attività del sindacalista, sarebbe un atto gravissimo - dice - Ma bisogna ancora verificare se c´è un nesso tra le due cose». Secondo Predolin, «negli ultimi mesi, molto si è fatto: tutti gli operatori usano tessere per entrare ed è stato anticipato l´orario di apertura per lo scarico e il carico, riducendo la necessità di manodopera».
(10 luglio 2007)