
Le nostre organizzazioni sindacali SLAI COBAS e SLAIPROLCOBAS aderiscono alla mobilitazione nazionale e popolare indetta per domani venerdì 3 ottobre 2025 in sostegno della pace subito per Gaza e contro il genocidio israeliano che continua da anni
Coordinamento nazionale SLAI COBAS
Coordinamento nazionale SLAIPROLCOBAS
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Pomigliano ottobre 2025
Bene hanno fatto i lavoratori e Slai cobas quando hanno contestato a muso duro, i sindacati firmatutto nell’assemblea di fabbrica del 9 giugno sulla vergognosa pubblicità del rinnovato CCSL Stellantis, seguito dal penoso racconto di frottole su fantomatici e finti piani industriali a partire dal 2030… se tutto va bene.
Non li abbiamo mai creduti e continueremo a definirli dei Pinocchio.
In qualche comunicato, con facce da culo si sono dispiaciuti del misero PDR di febbraio 2025, da loro stessi concordato (circa 300 euro) e rassicuravano che nel rinnovato CCSL Stellantis avevano adottato miracolose formule matematiche che non avrebbero più permesso altre sciagure economiche in danno dei lavoratori del gruppo. Con il comunicato sindacale del 22 settembre i firmatutto senza vergogna, si autosabotano sconfessando loro stessi e annunciano un prossimo PDR addirittura azzerato.
In realtà, di PDR, firme di Contratti e Piani Industriali che ci abbiano risollevati da difficoltà economiche e perdita di diritti non ne abbiamo mai visti, prova di ciò, ne è la cruda realtà attuale che ci vede confinati in condizioni economiche, occupazionali e sociali a dir poco, del tutto insoddisfacenti e cosa ancora più grave è che non si intravedono oggettivi e seri elementi che facciano ipotizzare una risalita nell’ambito delle dinamiche del nostro futuro mondo lavorativo.
Va detto con franchezza che l’attuale immobilismo operaio, comprensibile in parte, favorisce il continuo, dannoso furto di democrazia in atto sui posti di lavoro e nella società. In questo modo si consente al sistema di sottrarci spazzi di lotta vera, con cui iniziare a recuperare il mal tolto e puntare realmente a condizioni di vita migliori. La strategia sindacale e politica di condizionamento e manipolazione di massa è iniziata da un bel po’ usando un sistematico racconto dei rischi occupazionali e di chiusura stabilimenti Stellantis che si prospettano a livello Nazionale e tentano di nascondere con menzogne le loro responsabilità.
Rispetto allo sfascio totale in cui versa Stellantis Italia, seguono valanghe di comunicati stampa e dichiarazioni in tv dei segretari Nazionali-Regionali, tutti, delle Organizzazioni Sindacali che continuano a chiedere tavoli con Governo, Azienda e Stellantis per l’ ennesimo FANTOMATICO PIANO INDUSTRIALE. In questo contesto, anche per sdrammatizzare, sono da sottolineare le comiche introduzioni di questi comunicati e interviste che vanno dal: sentirsi preoccupati, a molto preoccupati, fino ad arrivare a fortemente preoccupati !!
Con La storia di Slai cobas ci siamo impregnati della sostanza di vita operaia a partire dalla Fiat fino ad arrivare a Stellantis oggi e questo, sa farci individuare bene le responsabilità di tanto, che sono riconducibili alle collaborazioni Capitaliste tra Impresa, Sindacati e politica, di destra e finta sinistra in danno dei lavoratori.
Intanto la cds o cig che ci erode salario da anni, si unisce al disastro dei rinnovi di commesse da parte di Stellantis per le aziende fornitrici di componenti e servizi, vedi Keys, Trasnova, a Pomigliano a cui non sarà rinnovato l’appalto ed a pari merito su scala Nazionale per gran parte delle Aziende satellite.
Con Slai cobas si lotta fuori dal sistema dei sindacati e politici sottomessi al Capitale.
Coordinamento provinciale di Slai cobas Napoli
Lo Slai cobas interviene all’assemblea sul CCSL di Stellantis - 9 luglio 2025
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SINDACATO DEI LAVORATORI AUTORGANIZZATO INTERCATEGORIALE S.L.AI. COBAS Sede legale : via Masseria Crispo 4/ 80038 Pomigliano D’Arco NA/ tel. 081 2133668 Sede Nazionale : via Monviso 124 Garbagnate Milanese Milano tel. 02 8392117
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LA PALESTINA E’ IL MONDO !!
Lo Stato di Palestina viene cancellato non con gli slogan ma con le azioni! Questo è un fatto che sotto i nostri occhi e quelli del mondo intero si sta consumando, con una crudeltà pratica e disumanizzante propria di questo sistema che ne permette l’esistenza e la realizzazione.
Milioni di persone sono costrette ad assistere inermi ai fatti, milioni di individui, uomini donne bambini, che hanno manifestato in questi ultimi tre anni in modo più incisivo, a Milano tutti i sabati dal 7 ottobre 2023 in poi, sperimentano che i tracciati e le decisioni dei potenti non si fermano e, noi aggiungiamo, che possono essere fermate solo con la partecipazione organizzata e di massa dell’unica classe che è obbligata a confliggere con il capitale: quella proletaria super organizzata senza divisioni e con un programma politico chiaro.
In quelle terre “sante” non esistono ostacoli al processo di trasformazione di tutta l’area mediorientale, l’interesse per quei paesi, non nasce solo perché il popolo ebraico aveva bisogno di una terra dove vivere, viste le sue condizioni di circa duemila anni di senza “fissa dimora” e di continua persecuzione, ma per progetti economici e geopolitici che ubbidiscono al bisogno di profitti americani ed altri, ad ogni costo.
Sappiamo e dobbiamo ricordarcelo che arabi ed ebrei, senza parlare delle guerre di religione di 1500 anni fa, hanno convissuto in pace, come succedeva anche in Palestina. Di fatto le motivazioni di tutti gli Stati belligeranti, mentre si macchiano di assassini e terrorismo, dichiarano di essere costretti a sterminare, a distruggere le case, a portare alla morte per fame migliaia di persone, per creare un mondo di pace e di benessere per il popolo..
Noi dello Slai Cobas guardiamo con orrore ciò che succede nella striscia di Gaza, oggi, secondo le informazioni dei media, il 40% di quel territorio è stato conquistato dall’esercito israeliano, se i registi di questo massacro non cambieranno idea, l’occupazione sarà totale con l’eliminazione o con l’evacuazione di uomini donne e bambini che sopravviveranno allo sterminio.
Il nostro compito, oltre alla solidarietà attiva, è quello di denunciare e controinformare i lavoratori e le lavoratrici italiane, partecipare alla discussione politica attivamente per contribuire alla denuncia delle cause, alla denuncia dei responsabili e ad indicare a milioni di proletari i fatti letti nell’unica chiave giusta, comunista e rivoluzionaria.
La forza dello Stato israeliano non sta solo nelle 90 tesate nucleari montate su missili, se volessimo ragionare alla maniera dei bambini, ma sta nel bisogno degli Stati Uniti di dominare in quell’area. Varie navi portaerei sono presenti nel golfo Persico, oltre a navi da guerra e sommergibili con i loro carichi nucleari vigilano e controllano sui paesi avversi allo Stato gendarme del modo, quali l’Iran, lo Yemen, e ne difendono gli interessi.
Dobbiamo dire le cose come stanno: dando le responsabilità delle guerre ai fattori economici che le determinano e infine denunciando l’ipocrisia e il vassallaggio dei governi europei e arabi alla potenza americana.
Le forze armate israeliane hanno fino ad oggi attaccato 8 paesi subendo poche perdite e mantenendo il consenso nel proprio paese, tranne alcune eccezioni, che abbiamo salutato con interesse, forti manifestazioni di protesta, che non hanno modificato l’andamento delle cose.
Gli Stati Uniti, principali responsabili delle guerre economiche in corso nel mondo, sono obbligati a portare avanti la loro rivoluzione, una rivoluzione che deve riassettare l’economia dei padroni americani ed infine ridisegnare un nuovo e più potente asse, almeno questo è l’intento di Donald Trump, nel confronto mondiale prossimo, sul piano economico e politico e delle alleanze.
Noi non dobbiamo pensare, come viene spesso sostenuto, che le guerre si combattono perché il Primo ministro, come nel caso di Netanyahu, o un gruppo dirigente di uno stato in difficoltà vuole mantenere il potere. Le guerre si combattono per il bisogno dei padroni e dell’èlite di mantenere i loro profitti, depredare tutto quello che possono, ed infine affamare il popolo e farlo morire per difendere la patria: la politica non decide cosa fare, decide, se ha l’appoggio di chi ha in mano le sorti economiche, comebisogna farlo. Nell’era capitalista è stato sempre così, è l’economia che decide cosa fare, non il contrario. Gli americani hanno studiato per lungo tempo le strategie dell’impero romano e ne percorrono le orme, chi si oppone viene distrutto, altrimenti si diventa provincia americana. Proprio in questi ultimi tempi apprendiamo che la Siria, filo iraniana e russa, firma accordi con Israele per la sicurezza e la pace. Noi non possiamo meravigliarci di questo, siamo nel pieno dell’era capitalista putrescente, tutto è lecito, tutto è possibile se si hanno le forze militari ed economiche per farlo.
Nè possiamo meravigliarci che gli Stati europei accettino di pagare e di condurre una guerra contro la Russia in appoggio all’Ucraina, per conto dei signori degli anelli americani.
Dobbiamo vederle unite queste situazioni di confronto, in quanto i due paesi imperialisticamente più forti, si scontrano, ognuno cercando l’espansione nella propria area di influenza. L’occupazione dell’Ucraina da parte della Russia va avanti, lentamente ma va avanti. In Palestina la situazione è esplosa dopo il 7 ottobre, ma se consideriamo che un esercito super organizzato ha dovuto fare tabula rasa e uccidere o deportare tutti i civili per vincere su Hamas, lascia intendere che le armi convenzionali anche se potenti non bastano, ci vogliono uomini e donne armati per conquistare e mantenere la posizione e questo è stato sempre difficile. Queste sono guerre tattiche in preparazione di un confronto più decisivo per l’influenza egemonica, il controllo delle materie prime, il controllo dei mari, ecc.
Guardiamo con preoccupazione quello che succede perché nessuno può sentirsi estraneo dal crollo della sicurezza sociale, dalla perdita di potere politico e contrattuale della classe dei lavoratori, l’economia di guerra, per ora economica coinvolge tutti.
Lo scontro antimperialista ha prodotto vari scossoni che porteranno a scenari diversi da quelli a cui eravamo abituati, ed anche i paesi vassalli degli americani, come quello italiano, dovranno fare i conti con queste novità.
La talassocrazia americana e il controllo dei cieli, comincia ad essere messo in crisi da un altro asse, non secondo a quello della Nato, Russia, Cina, Korea, India e Iran che ne hanno consolidato l’assetto. L’India avversaria della Cina si trova oggi a discutere per arginare la compenetrazione delle merci americane e a neutralizzarne gli investimenti. Sarà un forte pensiero per il capitalismo a stelle e strisce e anche per l’Europa, se non cambia la rotta.
Perciò, la Palestina è il mondo, perché in quell’area da sempre si gioca a scacchi per il petrolio, per la supremazia del dollaro nel mondo e per il controllo dei mari, l’80% delle merci mondiali vengono trasportate per mare, gli americani hanno interessi in ogni stretto di mare, da quello di Panama a quello di Suez, Hormuz, ecc.. e li controllano.
I grandi investimenti cinesi sono legati proprio alla navigazione miliare, la Russia è dotata di navi, portaerei e sommergibili nucleari da angoscia, gli altri stati di questo asse producono e si armano da far paura, con popolazioni giovanissime rispetto alla nostra e forse anche di quella americana, sicuramente più portati alla guerra di conquista dopo i bombardamenti, rispetto ad esempio agli italiani con 50 anni di età media, se vogliamo anche vedere queste cose, ci possiamo accorgere delle difficoltà del capitalismo italiano.
Uno scenario che non può lasciarci tranquilli.
Il capitolo legato alle posizioni politiche dei governati europei ed italiani serve a colorare il quadro con tinte ancora più fosche, oggi l’Onu ha deciso che a Gaza l’esercito israeliano sta annientando un popolo e di fatto commette un genocidio, in questi due anni le discussioni di aiuto al popolo palestinese si arenavano su come denominare il massacro : genocidio si, genocidio no ! In definitiva mentre i progetti americo-israeliani si configuravano nella loro ferocia, questo era l’unico interesse per questi servi dei padroni americani, e di riflesso israeliani.
Il Governo italiano in questi giorni presenta in televisione qualche caso di filantropia: qualche bambina palestinese ricoverata in qualche ospedale e qualche altra azione di facciata; mentre le armi italiane continuano ad arrivare in Israele e si esportano in Italia prodotti israeliani.
La storia narrata purtroppo, la raccontano sempre i vincitori e chi ha più forza per imporla, l’obiettivo è di far apparire “al popolo coglione risparmiato dal cannone”, che i propri politici sono buoni e sono umani. Si inserisce in questo quadro lo sciopero della Cgil, che alla fine non ha potuto continuare a far finta di niente, stessa storia per la flottiglia umanitaria per Gaza, con i nuovi eventi non possiamo immaginare cosa succederà, ma il fatto che sia della partita anche Greta Thumberg ci consola. Anche in questo caso la piccola borghesia combattiva vuole dire la sua sulla vicenda. Anche se l’iniziativa può essere vista come interessante: finalmente si fa qualcosa per i palestinesi, si inserisce in un chiaro intento di essere della partita ma non di voler modificare realmente le cose. Non nascondiamo la difficoltà di poter intervenire in questo scenario, ma dobbiamo essere decisi su un fatto: contro il sistema del capitale e le sue leggi, sulle guerre si interviene come classe organizzata e con un chiaro programma politico, altrimenti tutto viene infine utilizzato dai nostri avversari, i padroni, le èlite e i loro politici lacchè.
Per lo sciopero del 22 settembre è mancata la nostra adesione allo sciopero in quanto le altre sigle che l’hanno indetto, non ci hanno coinvolto nella preparazione, ma noi indichiamo a chi ci legge, alle lavoratrici e lavoratori iscritti alla nostra sigla, di aderire, anche noi, con le forze e la volontà che abbiamo, vogliamo contribuire e spingere, in un quadro di solidarietà di classe al popolo palestinese, al proletariato israeliano, a quello europeo, tra cui quelli russi e ucraini, non ultimo quello americano, a reagire a marciare verso l’organizzazione politica e sindacale, perché non solo pagherà pesantemente i costi della crisi economica/militare, ma già da adesso fasce di proletariato americano vivono condizioni di vita al di sotto degli operai dei paesi controllati dagli americani, ma saranno gli atomi per ricostruire il “nuovo” la nuova macchina infernale del capitalismo.
Non abbiamo altre strade, non possediamo arsenali atomici, nè sommergibili nucleari, abbiamo dalla nostra parte la condizione storica che ci contrappone per natura al sistema dei padroni. La crisi mondiale, anche se oggi alcuni paesi proprio grazie alla produzione bellica riescono a far quadrare i conti con le percentuali della disoccupazione, noi sappiamo che tutto ciò è il preludio della deflagrazione dello scompenso di questa società sia economica che politica.
I partiti, anche di sinistra, non hanno nei loro programmi l’abbattimento del sistema del capitale, vogliono convincerci anche se dovessimo pagare un’altra guerra, che questo è il sistema migliore che c’è, basta mandare loro al governo e dipingerlo un poco di rosa.
NON CRETINISMO PARLAMENTARE MA UNITA’ DI CLASSE PER LA DIFESA DEI NOSTRI INTERESSI ECONOMICI E POLITICI !
Nonostante tutte le perplessità, che forse saranno confermate dal risultato, lo Slai cobas indica ai lavoratori e alle lavoratrici : che non votare i referendum o votare no, è fuori dai nostri concetti politici, perché crediamo che la democrazia dal basso e le scelte che devono essere fatte in questo paese devono interessare tutti e in maggior modo chi produce e lavora.
VOTARE PER TENDERE ALL’UNITA’ DEGLI SFRUTTATI !!
Sulla natura dei referendum e sul risultato dobbiamo anticipare, a chi voterà, che Sindacato - Politica e Istituzioni sono complici nel creare il labirinto dove rinchiudere i lavoratori. Come sempre, anche questa volta, assisteremo, al partecipare di tutti al “gioco” referendario e poi elettorale con il solo obiettivo di garantirsi, partiti e sindacati di regime, il mantenere le loro ambite poltrone e le loro posizioni di riguardo.
Cosa dobbiamo fare allora ?
E’ nostro compito comunicare ai lavoratori e alle lavoratrici le contraddizioni del sistema, lo Slai cobas dà anche valore alla partecipazione delle migliaia e milioni di italiani che andranno alle urne referendarie con la volontà di combattere ed abrogare le leggi che hanno limitato la difesa degli interessi economici della classe operaria in questi ultimi anni, ma, la storia della lotta di classe e le sue conquiste economiche è stata scritta nelle piazze e nelle fabbriche, nei servizi e nel pubblico impiego, con gli scioperi ad oltranza, senza legge 164 e senza divisione tra i lavoratori e le lavoratrici, non con tornate elettorali e referendarie dal possibile risultato incerto che ci troveremo a costatare ancora una volta.
I referendum, così come sono stati concepiti dai dettati Costituzionali sono uno strumento utile ma oggi in mano al nemico che strumentalmente lo usa contro di noi. La Cgil, che ha raccolto le firme per promuoverli è stata la migliore alleata dei governi che hanno modificato in peggio, sia il mercato del lavoro che le pensioni, parliamo del governo Renzi Mateo che ha introdotto il Jobs Act, e del governo Monti Fornero, che ha introdotto il peggior sistema pensionistico europeo e una riforma del lavoro svantaggiosa per la nostra classe.
Ancora insistiamo sul perché nonostante i suoi milioni di iscritti, la CGIL ha lasciato passare tutto senza nessuna reazione seria, senza nessuna lotta. Ecco dove in parte viene tirato su il labirinto, congegnato ad arte per ingabbiare le possibili lotte della classe operaia:
siamo sicuri che è meglio la partecipazione con la lotta alla vita politica o accettare l’incertezza di un risultato elettorale ? che ci troveremo, nostro malgrado, a dover ingoiare ancora una volta a nostro svantaggio.
La scala mobile finì grazie ad un referendum (farsa) perso 9 e 10 giugno 1985, con sindacati avversi come la Cisl che ancora oggi si schiera contro i lavoratori indicando di votare no o di astenersi, facendosi cosi spalla di Ignazio la Russa dichiarato fascista come questo Governo dello stesso colore, che invita ad astenersi dal voto, pronto a finanziare il riarmo Italiano ed Europeo per continuare guerre, riducendo gli stipendi e il finanziamento per la sicurezza sociale.
Cosa si chiede con i referendum:
1° Quesito: «Volete l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?».
Ø questa legge è stata introdotta dal governo Renzi, amico della Cgil nel 2016, se il referendum non do-vesse raggiungere il quorum, aspetteremo altri 10 anni per riprendere la lotta
2°Quesito: «Volete l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108. »
Ø Si cancellerebbe, con questo quesito, la norma che limita il risarcimento per i lavoratori licenziati nelle piccole imprese, a massimo di 6 mensilità, portando, a secondo dell’anzianità fino a 20 mensilità di risarcimento del danno subito.
3°Quesito: «Volete l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81».
Si riferisce al fatto che oggi le aziende possono assumere a tempo determinato come vogliono, abolendo questa legge, chi assume deve specificare il motivo dell’assunzione in modo da evitare che lavoratori precari sostituiscono su posizioni lavorative fisse. Anche in questo caso ci vorrebbero migliaia di controllori per verificare il rispetto di questa norma.
4° Quesito: «Volete l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, "»
Il quesito abrogherà la norma che non prevede la responsabilità legale, nel caso di infortuni sul lavoro per la ditta appaltante, ma siamo stufi di sentire primi Ministri e Presidenti della Repubblica che piangono lacrime di coccodrillo sulle migliaia di morti sul lavoro.
5°Quesito: «Volete abrogare l'articolo 9, comma 1, lettera b».
In questo caso si tratta di abolire le norme che limitano la cittadinanza degli immigrati con la riduzione a 5 anni per averla e riconoscerla ai loro figli anche se adottati.
Noi diciamo che la lotta paga se la si continua a sostenere e che ogni conquista va mantenuta con l’impegno e con la partecipazione a difesa della Democrazia, i questi referendari posti in questi termini creano l’illusione politica che si possa cambiare in meglio il nostro futuro. Partecipiamo pure a questa tornata referendaria, esercitiamo ciò che la democrazia ci permette, ma non dimentichiamo con chi abbiamo a che fare e che milioni di lavoratori e lavoratrici italiani sono consapevoli di essere circondati da una vergognosa politica accomodante, insieme alle organizzazioni sindacali confederali, sempre al servizio del sistema, ma sanno anche che le alternative, anche se difficili, si possono costruire e come Slai cobas vogliamo contribuire a questo, per non lasciare i lavoratori nell'immobilismo e dirigerci verso l’unità dei lavoratori e lavoratrici, per la difesa dei nostri interessi, contro le guerre dei padroni, ponendoci anche contro il sistema che ci viene imposto. maggio 2025
Slai cobas coordinamento nazionale
Importante sentenza di una nostra lavoratrice che ha visto riconoscersi il suo diritto alla pensione per intero insieme allo Slai cobas e la sua struttura legale
P.Q.M.
Il Tribunale di Varese, in composizione monocratica, m funzione di Giudice del Lavoro definitivamente pronunciando, ogni contraria domanda ed eccezione rigettata, così provvede:
- accerta e dichiara il diritto della ricorrente a godere della pensione di anzianità richiesta nella domanda n. 2199744300100 con decorrenza dalla data del I aprile 2018;
- per l'effetto condanna l'INPS a liquidare alla ricorrente la differenza tra quanto già percepito a titolo di pensione "opzione donna" e quanto alla stessa spettante a titolo di pensione di anzianità richiesta nella domanda n. 2199744300100, oltre interessi legali decorrenti dalla scadenza delle singole rate al saldo;
- condanna l'INPS a rifondere alla ricorrente le spese di lite liquidate nell'importo di€ 3.000,00 per compensi professionali oltre C.P.A., rimborso forfettario al 15% ed IVA se dovuta per legge.

COMUNICATO NAZIONALE 20-03-2025
STRAGE DI ENI CALENZANO DEL 9 DICEMBRE 2024: INDAGATI 9 DIRIGENTI !!!
Le notizie riportate dai media non stanno avendo grande risalto nelle televisioni ed invece hanno un grande significato.
Nonostante decenni di migliaia di morti sul lavoro, nulla cambia. Il sistema politico ed economico su cui si basa il nostro Paese al pari degli altri regimi occidentali, è il sistema capitalistico del profitto ad ogni costo.
Noi come sindacato abbiamo sempre cercato di mantenere la nostra libertà di opinione all’interno del sistema di relazioni democratiche create dalla Costituzione.
Ma è ora e tempo che si dichiari a gran voce che la Costituzione del 1947 VA APPLICATA e non svilita e presa per i fondelli da Parlamenti di venduti al servizio del profitto delle imprese !!! Il socialismo non è uno slogan, è un sistema economico e politico che è compatibile alla Costituzione del 1947.
Non lo sono le leggi attuali che permettono il lassismo, l’aggiramento, lo scaricabarile, e sempre sulla pelle dei lavoratori e della popolazione civile, sempre con la scusa di nuove emergenze, che paiono essere il metodo politico principale e sistematico dei governi.
“L’indagine sull’esplosione avvenuta il 9 dicembre 2024 al deposito idrocarburi Eni di Calenzano, alle porte di Firenze, procede con l’emissione di nove avvisi di garanzia ad altrettante persone, sette delle quali sono dirigenti della società petrolifera e due della società Sergen, e alla stessa Eni.
I reati ipotizzati dalla Procura di Prato sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali. Secondo gli inquirenti, l’evento sarebbe stato “prevedibile ed evitabile”. La ricostruzione dei magistrati ha rilevato che sul posto dell’esplosione c’era un elevatore, che “ha generato calore in un’area ad alto rischio in un momento in cui le operazioni di carico delle autobotti erano parallele alle attività”.Il grave incidente è avvenuto alla baia di carico dei carburanti, mentre erano sotto carico alcune autocisterne. In pochi istanti sono avvenute quattro esplosioni, seguite da un grande incendio, causando gravi danni anche agli edifici circostanti.
L’esplosione causò la morte di cinque persone e il ferimento di 28, tra cui gli operai della manutenzione e camionisti. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, mentre le autocisterne stavano caricando benzina nella stessa baia stavano avvenendo lavori di manutenzione svolti dalla Sergen su una linea di distribuzione dismessa, che doveva essere convertita al carico di biocarburante.
La piattaforma elevatrice che avrebbe innescato l’esplosione serviva proprio per questi lavori e il suo motore diesel avrebbe causato il calore che avrebbe poi innescato alcuni vapori di benzina.
La Procura afferma che la manutenzione era incompatibile con le operazioni di carico delle autocisterne, precisando che era prevista la chiusura degli erogatori dalle 9.00 alle 15.00. Ciò non avvenne, ponendo quindi le basi per l’incidente.”
Sono emerse anche lacune nella documentazione sulla sicurezza e delle attività svolte nel deposito tali da far ritenere avvenuto anche “un inquinamento delle indagini, perché in una cartella condivisa da Eni e Sergen sarebbero stati inseriti documenti prodotti dopo l’incidente.
L’Eni ha dichiarato di collaborare pienamente all’indagine e si è impegnata a risarcire i parenti delle vittime e i danni al territorio.”
BASTA !
E’ ORA E TEMPO CHE I LAVORATORI RIPRENDANO LA VIA DEL CAMBIAMENTO DEL ‘68-’69. NON CI BASTANO LE LEGGI BUONE CHE VENGONO POI AGGIRATE E STRAVOLTE DA AVVOCATINI, GIUDICI BORGHESI E PARLAMENTI ILLEGITTIMI. VA ABOLITO IL SISTEMA MAGGIORITARIO E RIPRISTINATO IL SISTEMA PROPORZIONALE AL 100%. VANNO REISTITUITE LE PROVINCE E RESTITITUITE LORO LE LORO COMPETENZE. LE REGIONI VANNO ESAUTORATE DAL CONTROLLO DEL TERRITORIO E DELLA SALUTE. VANNO ABOLITI I PRIVILEGI AI SINDACATI CONFEDERALI E RIPRISTINATA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA A TUTTI I SINDACATI IN OGNI LUOGO DI LAVORO. VANNO ABOLITI I CONTRATTI DI FORFETTIZZAZIONE E VANNO ESTESE LE COMPETENZE DEGLI ISPETTORATI DEL LAVORO E DEI SERVIZI DI PREVENZIONE. VANNO APPESANTITE COME I REATI CRIMINALI, I REATI DI OMISSIONE E TUTTI I REATI “AMMINISTRATIVI” USATI PER
COPRIRE LE RESPONSABILITA’.
FEDERAZIONE AUTISTI OPERAI ADERENTE SLAIPROLCOBAS FEDERATO
S.L.A.I.COBAS
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