Comunicato stampa
Pomigliano: Fiat, Fca ed oggi Stellantis, 40 anni di farsa industriale. Dura presa di posizione di Slai cobas in diffusione nelle fabbriche di Pomigliano e sul territorio.
"Altro che chiedere ancora finanziamenti pubblici a perdere per smantellare la residuale produzione dell'auto in Italia pretendendo addirittura di mobilitare all'uopo i lavoratori con le trasversali complicità sindacali, politiche ed istituzionali" ... dichiara Mara Malavenda per l'esecutivo nazionale del sindacato di base ..."se Fiat, oggi Stellantis, ben 28 anni fa, nel 1996, non avesse dissipato 333 miliardi di lire di finanziamento pubblico incontrollato ed avesse avviato una seria - e non farsesca - produzione di auto elettriche oggi sarebbe l'avanguardia tecnologica mondiale del settore e non, invece, il fanalino di coda a rischio chiusura"... "dopo 40 anni di farsa industriale in danno sociale l'azienda deve restituire i finanziamenti pubblici ricevuti per finti piani industriali e risarcire i lavoratori".
Slai cobas/Stellantis Coordinamento provinciale di Napoli 15 febbraio 2024
FIAT, FCA ED OGGI STELLANTIS: 40 ANNI DI FARSA INDUSTRIALE E OCCUPAZIONALE IN DANNO DEI LAVORATORI E IN DANNO SOCIALE CON GRAVI COMPLICITA’SINDACALI POLITICHE ED ISTITUZIONALI
Decine di miliardi di finanziamento pubblico, centinaia di milioni di ore di cassa integrazione (pagate all’80% dall’INPS), 147.000 posti di lavoro in meno con chiusura di fabbriche, tagli occupazionali e licenziamenti (addetti Fiat nel 1979: 135.000, addetti Gruppo Alfa Romeo nel 1979: 34.000,addetti Stellantis oggi: 22.000)
ALTRO CHE “RILANCIO”: STELLANTIS ED I SUOI SODALI PREPARANO LA ‘MORTE ASSISTITA’ (E PAGATA DALLO STATO, DAI LAVORATORI E DAI CONTRIBUENTI) DELLE RESIDUE FABBRICHE ITALIANE E DELL’INTERA COMPONENTISTICA COLLEGATA
Dopo quasi un quarantennio di piani industriali fantasma cominciati nel lontano 1986 col regalo di Stato dell’Alfa Romeo alla Fiat da parte di Prodi (all’ora presidente dell’IRI) il Gruppo, oggi Stellantis, gode dell’immeritato monopolio dell’auto in Italia con una risibile produzione annua di 751.384unità di cui521.104 autovetture e 230.280 veicoli commerciali (dati 2023).
Infatti, in questo arco di tempo, nella storia industriale di Fiat/FCA- oggi Stellantis - si è registrato un ciclico e sistemico rincorrersi di implausibili piani industriali annunciati e/o presentati dall’azienda con forte e ricercato impatto mediatico ai sindacati ed alle compiacenti istituzioni locali e nazionali, sottoscritti e mai realizzati, in una evanescente sequenza in cui il piano successivo smentiva e annullava il precedente. Tali vicende sono emblematiche delle inquietanti ed acclarate modalità di ristrutturazione e riorganizzazione industriale (sic) in uso da decenni nell’intero Gruppo sempre attuate con multimiliardari aiuti di Stato diretti, indiretti ed indotti. Una ristrutturazione “speculativa fin dall’origine” e non casualmente <concepita e strutturata in due fasi>, la prima “strategicamente propedeutica alla seconda”.1° fase: ingiustificato ed abnorme raddoppio della capacità produttiva (implementata tra altro con generosi investimenti pubblici per la realizzazione degli stabilimenti di Melfi e Pratola Serra).Una fase di fatto incompatibile con le realistiche domande, contingenti e di fase, scientificamente desumibili rispetto ad ogni ragionata proiezione del mercato dell’auto; 2° fase: conseguente chiusura e/o progressivo ridimensionamento degli impianti e delocalizzazione produttiva all’estero con inesorabili e progressivi tagli occupazionali ed impiantistici di portata inaudita che hanno comportato da un lato una prevedibile fase di cassa integrazionemultidecennale che ancora continua senza soluzione di continuità e dall’altro la conseguente perdita di ben 147.000 posti di lavoro nelle fabbriche del gruppo i cui organici sono passati nel frattempo dai precedenti 169.000 addetti agli attuali 22.000.
Ed oggi, a conclusione del “trend” Stellantis si appresta a <bissare fino alle estreme conseguenze>le reali strategie aziendali consistenti nella consapevole scelta di disattendere, sempre, tutti i solenni e formali impegni contratti in adempimento delle obbligatorie “garanzie sociali” (e di tenuta industriale ed occupazionale), ciò nonostante la specifica e collegata fruizione strutturale di ingenti finanziamenti pubblici, cui non è mai seguito alcun ritorno alla collettività del corrispettivo economico investito dallo Stato in termini di utilità, valori e fini sociali. Il tutto in consapevole e strutturale violazione degli obblighi di legge e Costituzionali in materia di finanziamenti pubblici e del conseguente ed ingentissimo danno erariale.
A tal proposito basterebbero semplicissimi accertamenti sulla situazione finanziaria di questi decenni - e sulla correlata e nota carenza di liquidità economica di Fiat/FCA in Italia - per dimostrare, prove alla mano, come la mancata predisposizione di adeguati mezzi finanziari ed industriali abbia rappresentato una incontrovertibile strategia lucrativa aziendale, reiterata negli anni, improntata al consapevole inadempimento delle obbligazioni sottoscritte per la fruizione dei finanziamenti pubblici diretti e/o indiretti. Basterebbero sindacati, partiti ed istituzioni disponibili a tutelare i lavoratori ed i cittadini. Ma di ciò non vi è traccia in Italia! Altro che l’attuale chiacchiericcio elettorale di destra di centro e di cosiddetta sinistra!
Slai cobas – Coordinamento provinciale di Napoli Pomigliano febbraio 2024
Pomigliano 19 gennaio 2024
Spett. le Direzione Aziendale di Stellantis Europe S.p.A.
Stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d'Arco
80038 (NA) via Ex Aeroporto snc
Pec:
In relazione alla illegittima pretesa aziendale di abolizione della pausa pranzo – per effettuare lavoro straordinario – per gli addetti ai reparti di Lastratura, Verniciatura, Stampaggio, Plastica, Qualità di prove su rulli, convergenze, TDF, movimentazione vetture verso le prove statiche dinamiche e il piazzale prodotto finito, bollino verde Tonale/Hornet e Panda, aree rework dello Stabilimento G. B. Vico di Pomigliano d'Arco e per i lavoratori ivi trasferiti dalle Vs. unità produttiva di Melfi, Cassino e Sevel, nel significarVi che in relazione alle vigenti normative di legge, di evidente rango gerarchico superiore a quelle contrattuali, il lavoratore non è tenuto alla rinuncia della richiamata pausa, la scrivente organizzazione sindacale invita la Direzioni Aziendali in indirizzo a desistere dal mettere in atto comportamenti e/o iniziative disciplinari intimidatori e lesive dei citati diritti dei lavoratori in quanto ciò potrebbe inoltre configurare, a giudizio di Slai cobas, evidenti e gravi ipotesi di reato.
Nel porVi distinti saluti si resta in atteso di Vs. sollecito riscontro preannunciando in mancanza ogni idonea iniziativa di mobilitazione sindacale e giudiziale a tutela dei diritti dei lavoratori.
Per Slai cobas – coordinamento provinciale di Napoli ed esecutivo Nazionale: Vittorio Granillo
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Operai, Operaie, Lavoratori e Lavoratrici in Fincantieri a Marghera.
Oggi siamo qui per protestare contro il sistema poliziesco vigente in Fincantieri, siamo qui insieme
a quattro operai espulsi dall’ingresso in Fincantieri.
Presentiamo due casi gravi:
Il caso della espulsione dai cantieri di tre operai bengalesi a tempo determinato il 14 settembre 2023
in Fincantieri a Marghera.
Shaidul, Rabbani e Rubel, erano stati accusati di volersi appropriare di un casson
etto metallico, in
realtà sono stati buttati fuori dai cantieri solo perché avevano pensato di utilizzare un cassonetto
dotato di lucchetto e chiave infilata nel lucchetto, cassonetto abbandonato da una ditta che aveva già
concluso i suoi lavori sul cantie re, senza in effetti compiere alcun fatto illecito.
Ciò dimostra che in realtà la vigilanza interna ai cantieri che è intervenuta in questo caso, ha
criminalizzato un comportamento in realtà spiegabile, di tre lavoratori che a fine turno cercavano
soltanto un posto dove mettere al sicuro gli strumenti di lavoro che gli erano stati consegnati
(pennello, rullo, guanti, nastro adesivo, coltellino, ed altri strumenti di lavoro) a causa del fatto che
il capoturno non consegna facilmente i mezzi di lavoro ed incu teva loro timore.
Un fatto in sé ridicolo, che ha determinato l'espulsione dal luogo di lavoro di tre operai senza una
sospensione disciplinare vera e propria, fino alla scadenza del contratto a tempo determinato che era
prossima (fine settembre).
Inoltre,
la illecita multa trattenuta in busta paga a ciascuno dei tre operai, di 1.000 euro, si pone
come un abuso anche formale, perché il committente degli appalti di fatto dispone la cessazione del
rapporto di lavoro a tre innocenti lavoratori senza che sia st ato nemmeno espletata una procedura
disciplinare.
Il caso di Adama, saldatore senegalese, che dal settembre 202
1 attende inutilmente di poter rientrare
in Fincantieri, da cui è stato bandito dopo che era avvenuto un litigio con un altro operaio
dipendente di una diversa ditta di appalto, che invece dopo poco venne fatto rientrare.
Entrambe queste situazioni che oggi denunciamo come abnorme utilizzo del potere da parte del
committente Fincantieri all’interno del sistema degli appalti che è ben noto a noi c he ci lavoriamo,
rimandano alla mancanza di democrazia e alla mancanza di rispetto del diritto del lavoro da
parte della committente stessa Fincantieri spa , che, al di fuori di ogni procedura disciplinare,
esercita un potere fuori da ogni controllo persino dell’ispettorato del lavoro, un potere quasi militare
attraverso aziende di sorveglianza.
Ma Vi è di peggio: Il pass del tesserino viene concesso da Fincantieri spa su richiesta della azienda
interessata a far entrare/rientrare ogni lavoratore, dopo 3 visti: quello della sicurezza, quello
dell’ufficio terze ditte, e quello della portineria, che è gestita da una azienda di sorveglianza esterna.
Per cui un responsabile della portineria, può decidere per anni la esclusione anche per anni ed anni,
di un lav oratore.
Non a caso ad esempio nell’ultima delle situazioni sopra descritte, come O.S.abbiamo cercato
inutilmente di parlare di persona e al telefono con il responsabile della portineria, che non ci ha
degnato di alcuna attenzione. Eppure agli addetti in portineria avevamo spiegato che eravamo
andati a chiedere del responsabile dopo aver parlato di questo con la stessa azienda ove era
occupato il lavoratore.
CHIEDIAMO CHE FINCANTIERI ISTITUISCA UN SISTEMA DI POSSIBILE RICORSO DA
PARTE DEI LAVORATORI ESCLUS I CON ASSISTENZA SINDACALE.
CHIEDIAMO LA RIAMMISSIONE ALL’INGRESSO IN STABILIMENTO DI SHAIDUL,
RABBANI, RUBEL E ADAMA !
COBAS APPALTI FINCANTIERI MARGHERA DI SLAIPROLCOBAS
f.i.p. via seismit doda 2/d Marghera (ve)
tel 3203583621
"Cristo sotto le macerie".
Il discorso integrale del reverendo Munther Isaac di Betlemme
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