FCA Pomigliano / risarcimento per causa cigs solo in busta paga ad oggi ancora non corrisposto ai lavoratori
IL SINDACATO DIFFIDA LA FCA INTIMANDO ALL’AZIENDA L’IMMEDIATO ADEMPIMENTO DELLA SENTENZA E PREFIGURANDO - IN CASO CONTRARIO - EVENTUALI IPOTESI DI REATO DATI DALLA MANCATA CORRESPONSIONE DELL’IMPORTO DOVUTO (SIA PUR CONTABILIZZATO IN BUSTA PAGA) MA, CIONONOSTANTE, AD OGGI ANCORA NON EROGATO AI LAVORATORI
Con sentenza del 23 ottobre 2018 il giudice del lavoro del Tribunale di Nola, dott.ssa Daniela Ammendola accolse il ricorso presentato dagli avv.ti Arcangelo Fele e Daniela Sodano dell’Ufficio Legale di Slai cobas condannando FCA al risarcimento del danno economico subito da 23 lavoratori dell’unità produttiva di Nola collocati illegittimamente in cassa integrazione dal luglio 2014 al luglio 2015.
L’importo economico lordo del “maltolto” a carico della FCA ammonta ad oltre 200.000 euro: 9500 euro lordi in media per ciascuno dei 23 lavoratori a cui, sottratte le trattenute fiscali e contributive, l’azienda avrebbe già dovuto versare per tempo circa 6.700 euro netti.
Entro 48 ore da oggi, in caso di persistenza aziendale nelle grave inadempienza di sentenza del Tribunale, il sindacato annuncia idonee iniziative a tutela dei lavoratori e per l’individuazione e repressione di eventuali ipotesi di reato.
Slai cobas - Coordinamento Provinciale di Napoli Pomigliano d’Arco, 6 dicembre 2018
Accolto presso il Tribunale di Nola il ricorso presentato dai legali Slai Cobas in merito all’illegittima cassa integrazione, relativa a 23 lavoratori Fca Nola."fonte video Nola"
26 ottobre 2018: lo pseudo-sciopero generale del… ”vorrei ma non posso” dei sindacati dalle “mani legate”
SLAI COBAS DISCONOSCE L’ADESIONE E SI DISSOCIA DALL’INIZIATIVA leggi tutto
Da Sede Legale Nazionale di Slai cobas a:
Massimino Dell’Orfano, CUB, SGB, SI COBAS, USI-AIT
Oggetto: diffida da utilizzo e spendita sigla Slai Cobas per sciopero del 26 ottobre 2018
Pur comprendendo le motivazioni di “indizione tecnica” della procedura di ”sciopero generale” e data sia dalle vigenti normative in materia di regolamentazione dello sciopero nei comparti del pubblico impiego e dei servizi essenziali che dalla evidente scelta (ineccepibile) delle sigle sindacali in indirizzo di far coincidere “in simultanea”, nella giornata del 26 ottobre 2018, le iniziative di protesta nei richiamati comparti, la scrivente organizzazione si vede costretta ad eccepire la spendita e l’utilizzo delle sigla di Slai cobas nazionale in occasione della scadenza in oggetto.
Per quanto riguarda la millantata firma di indizione di “sciopero generale” del 26 ottobre da parte del sig. Massimino Dell’Orfano teniamo a precisare che trattasi di mera iniziativa personale mai decisa da alcuna struttura nazionale di Slai cobas ed in gravissima ed insanabile violazione dello Statuto (principi generali e normativi) della scrivente organizzazione che, in conseguenza, preannuncia - in caso di persistenza del sig. Dell’Orfano nel comportamento qui censurato - l’avvio del formale disconoscimento della firma apocrifa illegittimamente e/o illecitamente apposta per Slai cobas (in atto pubblico) sul documento di indizione dello sciopero trasmesso in data 17 luglio 2018 a Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Ministri di Infrastrutture e Trasporti, Welfare, Funzione Pubblica e Presidente Commissione di Garanzia.
Tanto premesso, e considerato che:
la spendita illegittima e/o illecita della sigla Slai cobas in relazione allo sciopero del prossimo 26 ottobre ci vedrebbe inoltre costretti ad evidenti iniziative, pubbliche e nei luoghi di lavoro, di dissociazione dallo stesso in quanto mai deciso da Slai cobas nazionale.
Indipendentemente dai “desiderata” di CUB, SGB, SI COBAS ed USI- AIT che invece hanno legittimamente indetto lo sciopero, siamo tutti consapevoli che la richiamata iniziativa sortirà una “non entusiasmante” adesione finanche nella prevalenza degli addetti del Pubblico Impiego e dei servizi essenziali (e ciò indipendentemente dall’uso meramente propagandistico che, in quanto tale, spesso sortisce effetti contrapposti a quelli sperati) ed adesioni zero nelle fabbriche e nell’intero comparto industriale sulla falsariga degli innumerevoli e sequenziali “pseudoscioperi nazionali del nuovo millennio indetti dal sindacalismo-fantasma” da qualche tempo in auge nel gruppo FCA/CNHI e nelle collegate fabbriche dell’indotto.
Gli Scioperi Generali sono “questione innanzitutto politica” (prima che “economica”) in quanto suscettibili di trasmettere (quando i lavoratori sono forti) la forza e l’egemonia dei lavoratori all’intera “società collegata” abbattendo i governi. E mai come oggi ce ne sarebbe bisogno: quando chi si credeva comunista (o fingeva di esserlo) o di generica sinistra ha tifato e votato per la destra populista e razzista portandola al governo. E le modalità di consapevole svilimento di questo strumento per miopi obiettivi di mera auto-propaganda non aiutano certamente gli operai, ed i lavoratori in generale, ma si prestano innanzitutto, per la loro insita ed oggettiva debolezza, alla strumentalizzazione del sistema mediatico e politico collegato al padronato, cui si da ingenuamente il destro.
Infatti, questo “sciopero tecnico” (ma purtroppo “venduto” come Sciopero Generale) rappresenta di fatto una “impolitica ed impossibile scorciatoia” con la sua assurda e maldestra pretesa di “risolvere” la difficoltosa riorganizzazione operaia e dell’insieme dei lavoratori… con l’ausilio dei media sostanzialmente gestiti dalle diverse cordate politiche ed economiche e con la mobilitazione delle “faccine sui social” quasi a sostituire “l’incapacità di essere” (sindacati) con la “virtualità dell’apparire”: e questo, cari compagne e compagni, non è altro che… abdicare al proprio ruolo ammettendo la sconfitta!
Disponibili a ragionare con tutti - ma senza futili scorciatoie perdenti in partenza - sulla necessaria e difficile riorganizzazione operaia e dei lavoratori consapevoli della fase di estrema difficoltà che la “Classe Operaia” sta attraversando.
Fraterni saluti.
Per Sede Legale Nazionale di Slai cobas: Vittorio Granillo
Pomigliano d’Arco, 29 settembre 2018
POMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI), 11 SET - Lo Slai Cobas annuncia di voler impugnare l'ultimo accordo per la cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento Fca di Pomigliano e Nola, siglato presso il Ministero dello Sviluppo economico lo scorso luglio, per una "devianza normativa", e di voler mettere in mora lo stesso Ministro Luigi Di Maio per aver avallato la Cig in assenza "di un concreto piano industriale". "Lo scorso luglio - spiegano dal sindacato di base - l'azienda ha richiesto quasi 51milioni e 300mila euro per coprire la cig nello stabilimento di Pomigliano e del reparto di Nola: una richiesta per triplicare, il prossimo anno, la cassa integrazione a Pomigliano, ma in assenza di un reale piano industriale. Nell'accordo si chiarisce che l'unico modello certo che si produrrà a Pomigliano per i prossimi 4 anni, è la Panda, e che nonostante l'azienda annunci un complesso programma di riorganizzazione aziendale, si rimanda ad un piano industriale che 'sarà successivamente dettagliato'. Ci chiediamo come si possa attuare una riorganizzazione senza conoscere i modelli da produrre. Inoltre, l'attività logistica di Nola, in allarmante odore di ridimensionamento, sarà 'predisposta verso Pomigliano' in attesa dei futuri sviluppi di inesistenti piani industriali".(ANSA).
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