NON CRETINISMO PARLAMENTARE MA UNITA’ DI CLASSE PER LA DIFESA DEI NOSTRI INTERESSI ECONOMICI E POLITICI !
Nonostante tutte le perplessità, che forse saranno confermate dal risultato, lo Slai cobas indica ai lavoratori e alle lavoratrici : che non votare i referendum o votare no, è fuori dai nostri concetti politici, perché crediamo che la democrazia dal basso e le scelte che devono essere fatte in questo paese devono interessare tutti e in maggior modo chi produce e lavora.
VOTARE PER TENDERE ALL’UNITA’ DEGLI SFRUTTATI !!
Sulla natura dei referendum e sul risultato dobbiamo anticipare, a chi voterà, che Sindacato - Politica e Istituzioni sono complici nel creare il labirinto dove rinchiudere i lavoratori. Come sempre, anche questa volta, assisteremo, al partecipare di tutti al “gioco” referendario e poi elettorale con il solo obiettivo di garantirsi, partiti e sindacati di regime, il mantenere le loro ambite poltrone e le loro posizioni di riguardo.
Cosa dobbiamo fare allora ?
E’ nostro compito comunicare ai lavoratori e alle lavoratrici le contraddizioni del sistema, lo Slai cobas dà anche valore alla partecipazione delle migliaia e milioni di italiani che andranno alle urne referendarie con la volontà di combattere ed abrogare le leggi che hanno limitato la difesa degli interessi economici della classe operaria in questi ultimi anni, ma, la storia della lotta di classe e le sue conquiste economiche è stata scritta nelle piazze e nelle fabbriche, nei servizi e nel pubblico impiego, con gli scioperi ad oltranza, senza legge 164 e senza divisione tra i lavoratori e le lavoratrici, non con tornate elettorali e referendarie dal possibile risultato incerto che ci troveremo a costatare ancora una volta.
I referendum, così come sono stati concepiti dai dettati Costituzionali sono uno strumento utile ma oggi in mano al nemico che strumentalmente lo usa contro di noi. La Cgil, che ha raccolto le firme per promuoverli è stata la migliore alleata dei governi che hanno modificato in peggio, sia il mercato del lavoro che le pensioni, parliamo del governo Renzi Mateo che ha introdotto il Jobs Act, e del governo Monti Fornero, che ha introdotto il peggior sistema pensionistico europeo e una riforma del lavoro svantaggiosa per la nostra classe.
Ancora insistiamo sul perché nonostante i suoi milioni di iscritti, la CGIL ha lasciato passare tutto senza nessuna reazione seria, senza nessuna lotta. Ecco dove in parte viene tirato su il labirinto, congegnato ad arte per ingabbiare le possibili lotte della classe operaia:
siamo sicuri che è meglio la partecipazione con la lotta alla vita politica o accettare l’incertezza di un risultato elettorale ? che ci troveremo, nostro malgrado, a dover ingoiare ancora una volta a nostro svantaggio.
La scala mobile finì grazie ad un referendum (farsa) perso 9 e 10 giugno 1985, con sindacati avversi come la Cisl che ancora oggi si schiera contro i lavoratori indicando di votare no o di astenersi, facendosi cosi spalla di Ignazio la Russa dichiarato fascista come questo Governo dello stesso colore, che invita ad astenersi dal voto, pronto a finanziare il riarmo Italiano ed Europeo per continuare guerre, riducendo gli stipendi e il finanziamento per la sicurezza sociale.
Cosa si chiede con i referendum:
1° Quesito: «Volete l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?».
Ø questa legge è stata introdotta dal governo Renzi, amico della Cgil nel 2016, se il referendum non do-vesse raggiungere il quorum, aspetteremo altri 10 anni per riprendere la lotta
2°Quesito: «Volete l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108. »
Ø Si cancellerebbe, con questo quesito, la norma che limita il risarcimento per i lavoratori licenziati nelle piccole imprese, a massimo di 6 mensilità, portando, a secondo dell’anzianità fino a 20 mensilità di risarcimento del danno subito.
3°Quesito: «Volete l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81».
Si riferisce al fatto che oggi le aziende possono assumere a tempo determinato come vogliono, abolendo questa legge, chi assume deve specificare il motivo dell’assunzione in modo da evitare che lavoratori precari sostituiscono su posizioni lavorative fisse. Anche in questo caso ci vorrebbero migliaia di controllori per verificare il rispetto di questa norma.
4° Quesito: «Volete l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, "»
Il quesito abrogherà la norma che non prevede la responsabilità legale, nel caso di infortuni sul lavoro per la ditta appaltante, ma siamo stufi di sentire primi Ministri e Presidenti della Repubblica che piangono lacrime di coccodrillo sulle migliaia di morti sul lavoro.
5°Quesito: «Volete abrogare l'articolo 9, comma 1, lettera b».
In questo caso si tratta di abolire le norme che limitano la cittadinanza degli immigrati con la riduzione a 5 anni per averla e riconoscerla ai loro figli anche se adottati.
Noi diciamo che la lotta paga se la si continua a sostenere e che ogni conquista va mantenuta con l’impegno e con la partecipazione a difesa della Democrazia, i questi referendari posti in questi termini creano l’illusione politica che si possa cambiare in meglio il nostro futuro. Partecipiamo pure a questa tornata referendaria, esercitiamo ciò che la democrazia ci permette, ma non dimentichiamo con chi abbiamo a che fare e che milioni di lavoratori e lavoratrici italiani sono consapevoli di essere circondati da una vergognosa politica accomodante, insieme alle organizzazioni sindacali confederali, sempre al servizio del sistema, ma sanno anche che le alternative, anche se difficili, si possono costruire e come Slai cobas vogliamo contribuire a questo, per non lasciare i lavoratori nell'immobilismo e dirigerci verso l’unità dei lavoratori e lavoratrici, per la difesa dei nostri interessi, contro le guerre dei padroni, ponendoci anche contro il sistema che ci viene imposto. maggio 2025
Slai cobas coordinamento nazionale
Importante sentenza di una nostra lavoratrice che ha visto riconoscersi il suo diritto alla pensione per intero insieme allo Slai cobas e la sua struttura legale
P.Q.M.
Il Tribunale di Varese, in composizione monocratica, m funzione di Giudice del Lavoro definitivamente pronunciando, ogni contraria domanda ed eccezione rigettata, così provvede:
- accerta e dichiara il diritto della ricorrente a godere della pensione di anzianità richiesta nella domanda n. 2199744300100 con decorrenza dalla data del I aprile 2018;
- per l'effetto condanna l'INPS a liquidare alla ricorrente la differenza tra quanto già percepito a titolo di pensione "opzione donna" e quanto alla stessa spettante a titolo di pensione di anzianità richiesta nella domanda n. 2199744300100, oltre interessi legali decorrenti dalla scadenza delle singole rate al saldo;
- condanna l'INPS a rifondere alla ricorrente le spese di lite liquidate nell'importo di€ 3.000,00 per compensi professionali oltre C.P.A., rimborso forfettario al 15% ed IVA se dovuta per legge.
COMUNICATO NAZIONALE 20-03-2025
STRAGE DI ENI CALENZANO DEL 9 DICEMBRE 2024: INDAGATI 9 DIRIGENTI !!!
Le notizie riportate dai media non stanno avendo grande risalto nelle televisioni ed invece hanno un grande significato.
Nonostante decenni di migliaia di morti sul lavoro, nulla cambia. Il sistema politico ed economico su cui si basa il nostro Paese al pari degli altri regimi occidentali, è il sistema capitalistico del profitto ad ogni costo.
Noi come sindacato abbiamo sempre cercato di mantenere la nostra libertà di opinione all’interno del sistema di relazioni democratiche create dalla Costituzione.
Ma è ora e tempo che si dichiari a gran voce che la Costituzione del 1947 VA APPLICATA e non svilita e presa per i fondelli da Parlamenti di venduti al servizio del profitto delle imprese !!! Il socialismo non è uno slogan, è un sistema economico e politico che è compatibile alla Costituzione del 1947.
Non lo sono le leggi attuali che permettono il lassismo, l’aggiramento, lo scaricabarile, e sempre sulla pelle dei lavoratori e della popolazione civile, sempre con la scusa di nuove emergenze, che paiono essere il metodo politico principale e sistematico dei governi.
“L’indagine sull’esplosione avvenuta il 9 dicembre 2024 al deposito idrocarburi Eni di Calenzano, alle porte di Firenze, procede con l’emissione di nove avvisi di garanzia ad altrettante persone, sette delle quali sono dirigenti della società petrolifera e due della società Sergen, e alla stessa Eni.
I reati ipotizzati dalla Procura di Prato sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali. Secondo gli inquirenti, l’evento sarebbe stato “prevedibile ed evitabile”. La ricostruzione dei magistrati ha rilevato che sul posto dell’esplosione c’era un elevatore, che “ha generato calore in un’area ad alto rischio in un momento in cui le operazioni di carico delle autobotti erano parallele alle attività”.Il grave incidente è avvenuto alla baia di carico dei carburanti, mentre erano sotto carico alcune autocisterne. In pochi istanti sono avvenute quattro esplosioni, seguite da un grande incendio, causando gravi danni anche agli edifici circostanti.
L’esplosione causò la morte di cinque persone e il ferimento di 28, tra cui gli operai della manutenzione e camionisti. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, mentre le autocisterne stavano caricando benzina nella stessa baia stavano avvenendo lavori di manutenzione svolti dalla Sergen su una linea di distribuzione dismessa, che doveva essere convertita al carico di biocarburante.
La piattaforma elevatrice che avrebbe innescato l’esplosione serviva proprio per questi lavori e il suo motore diesel avrebbe causato il calore che avrebbe poi innescato alcuni vapori di benzina.
La Procura afferma che la manutenzione era incompatibile con le operazioni di carico delle autocisterne, precisando che era prevista la chiusura degli erogatori dalle 9.00 alle 15.00. Ciò non avvenne, ponendo quindi le basi per l’incidente.”
Sono emerse anche lacune nella documentazione sulla sicurezza e delle attività svolte nel deposito tali da far ritenere avvenuto anche “un inquinamento delle indagini, perché in una cartella condivisa da Eni e Sergen sarebbero stati inseriti documenti prodotti dopo l’incidente.
L’Eni ha dichiarato di collaborare pienamente all’indagine e si è impegnata a risarcire i parenti delle vittime e i danni al territorio.”
BASTA !
E’ ORA E TEMPO CHE I LAVORATORI RIPRENDANO LA VIA DEL CAMBIAMENTO DEL ‘68-’69. NON CI BASTANO LE LEGGI BUONE CHE VENGONO POI AGGIRATE E STRAVOLTE DA AVVOCATINI, GIUDICI BORGHESI E PARLAMENTI ILLEGITTIMI. VA ABOLITO IL SISTEMA MAGGIORITARIO E RIPRISTINATO IL SISTEMA PROPORZIONALE AL 100%. VANNO REISTITUITE LE PROVINCE E RESTITITUITE LORO LE LORO COMPETENZE. LE REGIONI VANNO ESAUTORATE DAL CONTROLLO DEL TERRITORIO E DELLA SALUTE. VANNO ABOLITI I PRIVILEGI AI SINDACATI CONFEDERALI E RIPRISTINATA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA A TUTTI I SINDACATI IN OGNI LUOGO DI LAVORO. VANNO ABOLITI I CONTRATTI DI FORFETTIZZAZIONE E VANNO ESTESE LE COMPETENZE DEGLI ISPETTORATI DEL LAVORO E DEI SERVIZI DI PREVENZIONE. VANNO APPESANTITE COME I REATI CRIMINALI, I REATI DI OMISSIONE E TUTTI I REATI “AMMINISTRATIVI” USATI PER
COPRIRE LE RESPONSABILITA’.
FEDERAZIONE AUTISTI OPERAI ADERENTE SLAIPROLCOBAS FEDERATO
S.L.A.I.COBAS
COORDINAMENTO NAZIONALE scarica il documento
DOCUMENTO SU GUERRAleggi comunicazione del coordinamento nazionale di Slai cobas
Pomigliano 18 febbraio 2025
Spett. le Direzione Aziendale di Stellantis Europe Spa
Stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco 80038 (NA)
via Ex Aereoporto snc
Pec:
Al responsabile del Magazzino ausiliari/infiammabili e servizi generali (spogliatoi)
Ing. Panariello Daniele
Oggetto: intimazione alla direzione aziendale dalla astenersi dall' attuare comportamenti illegittimi ed antisindacali nei confronti dei lavoratori e di Slai cobas
La scrivente O. S. diffida la Direzione Aziendale dal reiterare comportamenti discriminatori ed antisindacali nei confronti dei lavoratori dei servizi generali ed iscritti e non allo Slai cobas.
La scrivente O.S. è conoscenza delle disposizioni della Direzione Aziendale che tramite i propri capoturno ha intimato ai lavoratori del turno A/B di oggi addetti agli spogliatoi del Cs. 2 di spostarsi in altre aree di stabilimento e non farsi vedere perché ci sarà una visita in stabilimento di dirigenti esterni di Stellantis.
In relazione a quanto premesso, la Scrivente O.S. diffida la Direzione aziendale dal impartire per i richiamati lavoratori, disposizioni che nulla hanno a che vedere con attività lavorativa.
Inoltre nel ritenere le richiamate disposizioni Aziendali gravemente lesive della dignità e dei diritti dei lavoratori, già motivo di precedenti condanne alla Vs. società da parte della magistratura del lavoro, si preannuncia lo stato di agitazione sindacale e conseguenti iniziative giudiziali a tutela dei lavoratori.
Distinti saluti
il Coordinatore provinciale di Napoli
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
S.L.A.I.cobas
LEAR CAIVANO 16 GENNAIO 2025
Questa volta si è riusciti a salvare il PDR, ma non per merito delle scelte fatte dalle RSU firmatarie, bensì per un
intervento straordinario e non ripetibile da parte dell’azienda. È chiaro a tutti che i criteri scelti in quell’accordo, che noi
di SLAI Cobas avevamo fortemente contestato, erano così rischiosi che bastava poco per perdere tutto.
Se i parametri fossero stati applicati alla lettera, i lavoratori avrebbero perso:
• 820 euro sul parametro di efficienza.
• 650 euro sul parametro di assenteismo collettivo.
Totale: 1.470 euro che sarebbero stati sottratti al frutto del lavoro di tutti noi.
L’azienda ha riconosciuto comunque la cifra prevista, ma ha spostato 100 euro sul welfare e, soprattutto, ha dichiarato che
questa decisione è eccezionale e non si ripeterà in futuro.
Una firma che non ha rispettato la fabbrica
Noi di SLAI Cobas, così come quasi il 50% dei lavoratori, non eravamo d’accordo con la firma di un accordo così fragile e
penalizzante. Nonostante ciò, le RSU firmatarie, accompagnate dal loro TUTOR sindacale esterno, hanno ignorato le
critiche e deciso di andare avanti.
Questa scelta non solo ha rischiato di far perdere soldi ai lavoratori, ma è stata anche una forzatura antidemocratica. Una
rappresentanza responsabile e corretta non può ignorare la voce di metà della fabbrica. È doveroso rappresentare tutti,
non solo una parte, soprattutto quando si parla di soldi e diritti.
(Solo loro credevano che la TONALE la potevano fare a Cassino)
Ci chiediamo: a chi ha giovato davvero questa firma? Ai lavoratori o forse ad altri “interessi”?
Le nostre richieste per il futuro
Per il prossimo PDR non accetteremo altre decisioni prese sopra la testa dei lavoratori. Chiediamo:
1. Democrazia e partecipazione: Nessun accordo deve essere firmato senza il consenso della maggioranza dei
lavoratori.
2. Criteri più equi e sostenibili: Basta con parametri che mettono continuamente a rischio i nostri soldi.
3. Responsabilità delle RSU: È il momento di rappresentare i lavoratori con coerenza e trasparenza, senza
compromessi che li penalizzino
Noi di SLAI Cobas continueremo a difendere i lavoratori con fermezza e coerenza, denunciando ogni scelta che non
rispetta i loro diritti e mettendo al centro il principio della democrazia sindacale.
E concludiamo con una riflessione napoletana che vogliamo far nostra:
“Quanno si tratta ‘e soldi ‘e chi fatica, nun è
cunsentito ‘o scurdarse ‘a responsabilità.”
“Coerenza, democrazia e trasparenza: perché i diritti non si svendono.”
RSU SLAI Cobas
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